Nel corso della storia, decine di Paesi hanno rifiutato con successo di pagare debiti dei quali i cittadini non erano responsabili. Lo strumento offerto a tal fine dal diritto internazionale è la nozione di detestabilità del debito, basata sui seguenti tre prerequisiti individuati da A. Sack: 1. Il governo del Paese consegue il prestito senza consapevolezza né consenso dei cittadini; 2. Il prestito è utilizzato per attività di cui non usufruisce la cittadinanza; 3. I creditori sono disinteressati a questa situazione pur conoscendola. L'espansione USA si confrontò con la necessità giurisprudenziale della nozione di "debito detestabile" (moratorium on debt service) fin dal 1898 perché coi territori occupati ed annessi acquisiva anche il conto lasciato dai regimi coloniali precedenti! Dietro la maggior parte di esempi degli ultimi tre secoli di "debito detestabile" vi furono sempre gli USA come superpotenza in ascesa. Così nel 2002, la Casa Bianca preparò i piani d'invasione dell'Iraq per il "giorno dopo" la deposizione di S. Hussein e, sapendo che sarebbe stata chiamata a regolare il debito iracheno, ne rilevava, attraverso un gruppo di lavoro segreto, la detestabilità al fine di bloccarne i pagamenti, col pretesto che gli iracheni non potevano essere chiamati a pagare un debito acquisito dal regime deposto. Nessuno però a Washington vuole sentir pronunciare le parole "debito detestabile". In verità ogni regime politico che non si apre a questa giurisprudenza dimostra di essere mafioso perché la logica vuole che anche ogni tassa "una tantum", scaturita dalla statale "economia di deficit", non possa che essere dichiarata detestabile e quindi da NON pagare.