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23 novembre 2011 3 23 /11 /novembre /2011 09:43

ovvero: Sulle seghe di Piero (parte prima)

la-tabella-di-piero.jpg

Scrive Piero che

"Nel primo diagramma sono rappresentati gli addetti all'agricoltura: nel 1861 erano quasi il 70%, nel 2010 sono crollati al 4,2%. Oggi, cioè, pochissimi addetti all'agricoltura producono molto più cibo di quello che 150 anni fa riusciva a produrre il 70% dei contadini" (Piero Angela, "A cosa serve la politica?", Ed. Mondadori, Milano, novembre 2011).

Giusto!

"Nel secondo diagramma si osserva un fenomeno importante. Il numero degli addetti all'industria cresce costantemente dal 1861 tino ad arrivare al picco del 44% nel 1971. Poi comincia a diminuire: è l'effetto dell'automazione, che richiede sempre meno persone per compiere lo stesso lavoro" (ibid.).

Giusto!

"Il terzo diagramma registra un fenomeno tipico dello sviluppo di un paese: grazie alle macchine che producono in modo sempre più efficiente cibo e oggetti (agricoltura e industria), possono aumentare le persone che si occupano di istruzione, amministrazione, commerci, banche, arte, ricerca, ecc. I tre settori (agricoltura, industria, servizi) si integrano e si influenzano a vicenda" (ibid.).

È giusto questo?

 

Se quest'ultima considerazione del Pierino sullo "sviluppo" dell'Italia nei tre settori (agricoltura, industria, servizi) fosse giusta, non ci sarebbero problemi di disoccupazione dato che "grazie alle macchine [...] possono aumentare le persone che si occupano di istruzione, amministrazione, commerci, banche, arte, ricerca, ecc.".

 

Nella realtà dei fatti però tutti questi occupati sono... disoccupati.

 

Cm'ela ché?

 

Traduzione letterale dal dialetto arquatese: "Com'è qui?", cioè: dov'è che si nasconde l'errore in questa affermazione?

 

Oppure non esiste alcun errore nell'esposizione di Pierino, così come secondo Igor non esisteva la propria gobba?


Secondo la "tradizione" degli economisti, Pierino scrive:

"Tradizionalmente, come è noto, gli economisti tendono a raggruppare le attività umane in tre grandi categorie: il primario (l'agricoltura, la pesca e le attività collegate), il secondario (il settore industriale, un'area abbastanza vasta che comprende, oltre all'industria, l'edilizia, l'artigianato, la lavorazione delle materie prime ecc.). E poi il terziario, che è il tipico settore delle società avanzate, dove si trova tutto ciò che non è agricoltura o industria: per esempio i commerci, le banche, le assicurazioni, la pubblica amministrazione, la sanità, ma anche il turismo, lo sport, la ricerca, l'informazione, l'arte, lo spettacolo, l'editoria ecc. E naturalmente la scuola. È proprio nel terziario che si sono creati milioni di nuovi posti di lavoro. La scuola è un esempio tipico. Se si guardano i dati relativi alla scolarizzazione in Italia, nell'arco degli ultimi 150 anni si vede come il suo "volume" sia costantemente aumentato, fino ad arrivare alla situazione attuale: oggi in Italia ci sono circa 11 milioni di "addetti" alla scuola: oltre 10 milioni di studenti e circa 1 milione di insegnanti. Tutte persone che, senza l'arrivo delle macchine, oggi continuerebbero a lavorare la terra e mungere le mucche" (ibid.).

Dunque per Pierino tutto va bene, dato che nel "terziario, che è il tipico settore delle società avanzate", si sarebbero creati "milioni di nuovi posti di lavoro" dei quali "la scuola è un esempio tipico" con "circa 11 milioni di "addetti": "10 milioni di studenti e circa 1 milione di insegnanti. Tutte persone che, senza l'arrivo delle macchine, oggi continuerebbero a lavorare la terra e mungere le mucche"! 

La rappresentazione evocata dalla veggenza di Pierino è quella di una società avanzata con milioni di posti di lavoro. E allora, ripeto, dove sta il problema? Quale gobba?

A me pare che Pierino nel suo esempio di "occupazione" non distingua fra studenti e insegnanti ("10 milioni di studenti e circa 1 milione di insegnanti"). Qui i "milioni di nuovi posti di lavoro" dei quali per Pierino "la scuola è un esempio tipico" dove sono? Non esistono, dato che i veri occupati nei cosiddetti "nuovi posti di lavoro", cioè coloro che davvero percepiscono un compenso per il loro lavoro sono un milione e non "milioni di nuovi posti di lavoro".

 

Pierino dice:

"Oggi c'è un forte risentimento contro la classe politica per i suoi troppi privilegi, per il malcostume diffuso, per i costi, l'arroganza, l'inefficienza, la corruzione. Ma in realtà esiste una questione molto più profonda [...] che riguarda il ruolo stesso della politica nella società. È radicata l'idea che sia la politica a determinare il benessere di un paese. E che, cambiando maggioranza, o cambiando leader, si possano ottenere cose che in realtà non dipendono dalla politica. E che non dipendono neppure dalla capacità di lottare per ottenerle. Questo non significa che la politica non sia importante, anzi. Ma soltanto se riesce a stimolare e a far crescere in modo prioritario quei 'software', quei motori dello sviluppo che sono i veri produttori di ricchezza. E anche i veri attrattori di investimenti. Ma è così che funziona la politica in Italia?" (ibid.).

E qui è sottinteso: no, la politica in Italia non funziona, e non si tratta di cambiare leader politico, né di lottare per ottenere il benessere. Allora di che cosa si tratta? Per Pierino, si tratta solo di riuscire "a stimolare e a far crescere in modo prioritario quei 'software', quei motori dello sviluppo che sono i veri produttori di ricchezza". Questo è per Pierino la condizione essenziale dell'importanza della politica: "soltanto se riesce" in tale stimolazione, la politica metterebbe tutto a posto.

 

Domanda: se il problema da risolvere è la stimolazione, dov'è l'errore di Pierino, dato che la politica non è mai riuscita e non riesce "a stimolare" alcunché?

 

A me pare che il problema di stimolazione sia solo un problema di seghe mentali, che non ha alcuna risoluzione se non quella di smetterla di masturbarsi il cervello...

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  • : Blog di creativefreedom
  • : Musicista, scrittore, studioso di ebraico e dell'opera omnia di Rudolf Steiner dal 1970 ca., in particolare de "La filosofia della Libertà" e "I punti essenziali della questione sociale" l'autore di questo blog si occupa prevalentemente della divulgazione dell'idea della triarticolazione sociale. http://digilander.libero.it/VNereo/
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