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2 luglio 2012 1 02 /07 /luglio /2012 11:50

Se andate a vedere i commenti di stampalibera.com, relativi a Nicolò Bellia a Radio Gamma 5 (cfr. anche i commenti sulla tassazione Bellia), vedrete che oggi manca la mia seguente risposta di ieri. Lascio a voi interpretare il motivo di questa mancanza... Attendo comunque dai moderatori che la pubblichino... 

 

Eccola:

 

"1 luglio 2012 at 13:57 - Signor Castellini, La ringrazio. Come Le ho scritto privatamente, non ho niente da chiedere a Bellia oltre a quanto gli ho già chiesto da anni ed a cui egli non è mai stato in grado di concretamente rispondere. Se Bellia ha voglia di farlo, può benissimo rispondermi in questo sito. Ho ritenuto di esporre in esso le mie obiezioni all’idea generale di Bellia in quanto non mi sembra giusto presentare, come egli fa, formule che fino a prova contraria non possono essere verificate con esempi chiari e validi per tutti circa la loro applicazione, né dipingersi come “grande studioso e conoscitore dell’Antroposofia di Rudolf Steiner” quando invece contraddice in pieno le basi dell’idea della triarticolazione dell’organismo sociale auspicata da Steiner, trasformandole ancora una volta in uno statalismo mascherato. La tassazione Bellia non c’entra nulla con l’idea di Steiner. Steiner dice di tassare casomai le uscite, non le entrate (Rudolf Steiner, “Cultura, politica, economia”, Monaco, 2006, pag. 95). Bellia invece dice di tassare tutta la base monetaria, nella quale vi è ancora reddito, costituito dai risparmi della gente, quindi tassa ancora le entrate (tanto reddituali quanto risparmiate). Quindi il suo passare dalla fiscalità reddituale a quella monetaria è solo – fino a prova contraria - un’illusione".

 

Stampa-libera-ma-a-condizione-che.jpg

 

Aggiungo questi pensieri di Aïvanhov (a buon intenditor poche parole): 

 

"Un essere umano è fisicamente uomo o donna, ma in ogni creatura esiste sia un lato femminile, passivo, simbolizzato dall’oscurità, sia un lato maschile, attivo, simbolizzato dalla luce; e la luce deve penetrare l’oscurità per illuminarla ed estrarne tutte le ricchezze. In noi, per esempio, è l’intelletto che rappresenta la luce, mentre il cuore rappresenta l’oscurità. L’intelletto penetra il cuore (il nostro e quello degli altri) allo scopo di illuminarlo e compiere con esso un lavoro. Per utilizzare un’immagine, si può dire che l’intelletto deve alternativamente entrare nel cuore e uscirne, a guisa di un pistone. Chi non utilizza in questo modo il proprio intelletto, è incapace di comprendere qualsiasi cosa, ed è soprattutto incapace di conoscere se stesso. È solo penetrando con la propria luce la voragine profonda del cuore che la saggezza ne scopre i tesori, i filoni nascosti di pietre e metalli preziosi e i giacimenti di liquidi pregiati. In quel pozzo oscuro che è il cuore, l’intelletto scende e risale per poter attingere l’acqua preziosa" (Omraam Mikhaël Aïvanhov).

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2 luglio 2012 1 02 /07 /luglio /2012 09:12
Video per chiaroudienti. Sono contento che l'Italia abbia preso la rattazzata per almeno due motivi: 
 
1°) Perché mi vergogno di essere Italiano, dato che l'Italia è un paese in cui un vecchio che è al ricovero perché ormai incapace di provvedere a se stesso è costretto dalla dittatura a pagare la tassa sulla casa che ha comprato dopo una vita di lavoro e di sacrifici, e che ora non può più abitare perché è malato. Come fa uno, sano di mente, a tifare per uno Stato del genere?
 
2°) In questo periodo dove si fa fatica ad arrivare alla fine del mese e dove tanta gente si ritrova senza pensione e senza lavoro, come fa - sempre uno sano di mente - a pensare di inneggiare a quattro stronzi che per tirare un calcio nel pallone prendono milioni di euro, oltretutto anche se perdono?
 
Am vegna gòmit! Traduzione dal dialetto arquatese: mi viene il vomito! Siamo schiavi e basta.
 
Un tempo c'era l'imperatore romano e il Colosseo, oggi c'è il pirla Mario Monti leccaculo delle banche emittenti che va allo Stadio alzando ed abbassando il pollicione di merda come allora...
 
Fra 2000 anni, il futuro Alberto Angela, che fa i documentari sul Colosseo, farà i documentari sugli "stadi evolutivi" dei nuovi popoli bestia che morendo di fame si scannano fra loro dopo avere inventato il computer e il lavoro automatizzato...
 
Pace e bene...
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1 luglio 2012 7 01 /07 /luglio /2012 11:13

Fonte: Il Fatto Quotidiano del 30 giugno 2012 

 

Frode fiscale, il ministro Corrado Passera indagato dalla procura di Biella
 

Presunti reati fiscali quelli contestati, come riporta il quotidiano "La Stampa", che sarebbero stati commessi dall'attuale responsabile del dicastero dello Sviluppo Economico da amministratore delegato di Banca Intesa e poi consigliere delegato di Intesa Sanpaolo dopo la fusione. I fatti risalgono al 2006 e 2007.

 

Firmò la dichiarazione fiscale per l’anno d’imposta 2006.  Per questo Corrado Passera, attuale ministro dello Sviluppo Economico del governo Monti, è indagato dalla procura di Biella.

 

sforzo comuneLe contestazioni riguardano un’operazione detta di arbitraggio fiscale internazionale transitata attraverso Biverbanca, istituto biellese all’epoca controllato da Banca Intesa e poi ceduto al Montepaschi.

 

L’operazione sotto inchiesta sarebbe stata secondo l’Agenzia delle Entrate pensata e messa in atto per ottenere dei benefici di carattere fiscale.

 

Approfittando delle “asimmetrie”  tra il sistema impositivo italiano e britannico si sarebbe formato un credito fiscale acquisito per imposte pagate all’estero. 


L’indagine, partita dopo una verifica condotta dalla Guardia di finanza di Milano, si era conclusa con un processo verbale di contestazione all’Agenzia delle Entrate.

 

Un anno fa la documentazione fiscale è stata trasmessa all’autorità giudiziaria piemontese perché si sarebbe ravvisato il reato.

 

Nel fascicolo aperto a Biella si ipotizza la “dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici” e la dichiarazione infedele, che secondo l’articolo 3 e 4 del decreto legislativo numero 15 del 2000 sono punite rispettivamente con la reclusione da un anno e sei mesi a sei anni e da uno a tre anni.

 

Per una operazione dai contorni simili, il giudice per l’udienza preliminare di Milano ha rinviato a giudizio Alessandro Profumo, attualmente presidente di Mps ma all’epoca amministratore delegato di Unicredit, per frode fiscale e ostacolo all’attività investigativa.

 

La parte strettamente fiscale della vicenda è stata regolata da Intesa Sanpaolo alla fine del 2011.

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1 luglio 2012 7 01 /07 /luglio /2012 09:53

 

Oggi, esattamente come nel periodo della grande crisi del 1929, i cartoni animati dei giornalini sono molto più veritieri di coloro che sostengono le varie politiche economiche (keynesianesimo) comprese quelle buonistico-materialiste della donazione organi...

 

"Dopo la grande crisi del 1929", scrive l'antieconomista Domenico De Simone, "il denaro era sostanzialmente sparito. Le aziende languivano, molte banche erano fallite, la disoccupazione era alle stelle, nessuno aveva più voglia di intraprendere qualcosa di nuovo poiché non c'erano più acquirenti in giro per le merci che marcivano nei magazzini. Keynes ed altri accusarono della scomparsa del denaro i tesaurizzatori" (D. De Simone, "Un milione al mese per tutti", Ed. Malatempora, Milano, 1999).

 

Chi erano i tesaurizzatori? Erano gli stessi che oggi comprano oro vedendo che la moneta unica rischia il default. Già nel '29, la figura dei tesaurizzatori, che in momento di crisi nascondevano l'oro sotto il materasso in attesa che il peggio fosse passato, costituì sempre un incubo per gli economisti dell'800 e della prima metà del '900, tanto che ispirò la creazione del personaggio disneyano Paperon de' Paperoni, il più grande tesaurizzatore del mondo, con le sue decine di depositi di monete d'oro sparsi per tutta l'America.

 

"È interessante notare come a Paperone si contrappone Rockerduck, ovvero la 'paperizzazione' di Rockfeller, il ricco commerciante che investiva in imprese di produzione. La cosa strana è che Paperone il tesaurizzatore, è l'eroe positivo mentre Rockerduck è quello negativo. La spiegazione si deve probabilmente ritrovare nel diffuso senso di ingiustizia che gli americani provarono quando furono emesse le norme sul divieto di convertibilità, che provocò casi clamorosi di resistenza passiva all'obbligo di portare l'oro e l'argento in lingotti e monete presso i forzieri della Banca federale" (De Simone, cit.; vedi anche J. Kenneth Galbraith, "Soldi", Rizzoli editore, Milano, 1997, pag. 193; Galbraith critico spassionato di Keynes pur essendone allievo, "considerava la teoria del suo maestro un'opera estremamente oscura, scritta male e pubblicata troppo presto. Durante la stampa del suo trattato egli spesso leggeva le bozze ai suoi studenti", De Simone, cit.).


Non potendo andare a scovare i tesaurizzatori uno ad uno "ed essendosi rivelati inefficaci i provvedimenti che vietavano la conversione delle banconote ed il possesso dell'oro e dell'argento in lingotti, dato che, come era evidente a tutti, il denaro continuava a latitare, Keynes se ne uscì con una proposta balzana: nascondere del denaro in una miniera per tirarlo fuori all'improvviso" (J. M. Keynes, "Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta", UTET, Torino, 1971, pagg. 288-290 in ibid.) per riattivare gli acquisti di merci in modo da far crescere il livello di fiducia degli operatori economici" (ibid.; un umorista tedesco propose, pressoché contemporaneamente, di verniciare di bianco la Foresta Nera, suscitando molta più ilarità; cfr. Sergio Ricossa, "Maledetti economisti. Le idiozie di una scienza inesistente", Rizzoli Editore, Mlano, 1996).

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30 giugno 2012 6 30 /06 /giugno /2012 16:58

000-Obama-sanita.jpgFonte: Mises.org - Movimentolibertario.com

Traduzione di Nicolò Signorini

 

Nel 1918 l’Unione Sovietica è diventato il primo paese a promettere la copertura sanitaria universale “dalla culla alla tomba”, da compiersi attraverso la completa socializzazione della medicina. Il “diritto alla salute” diventò un “diritto costituzionale” per i cittadini sovietici. I vantaggi proclamati di questo sistema erano che avrebbe “ridotto i costi” ed eliminato gli “sprechi” che derivavano dalla “non necessaria duplicazione e dal parallelismo”, ovvero, la competizione.

 

Questi scopi erano simili a quelli dichiarati da Mr. Obama e da Ms. Pelosi - gli attraenti e umani scopi della copertura universale e dei bassi costi. Qualcosa da ridire?

 

Il sistema ha funzionato per molti decenni, ma un’indifferenza diffusa e una bassa qualità del lavoro hanno paralizzato il sistema sanitario. Nelle profondità dell’esperimento socialista, le istituzioni sanitarie in Russia erano almeno un centinaio di anni indietro rispetto al livello medio degli Stati Uniti. Inoltre, la sporcizia, gli odori, i gatti che gironzolavano per le stanze, il personale medico ubriaco e l’assenza di sapone e forniture per la pulizia aggiunsero un’impressione complessiva di mancanza di speranza e frustrazione che paralizzò il sistema. Secondo le statistiche ufficiali russe, il 78 per cento di tutte le vittime da AIDS in Russia contrasse il virus attraverso aghi sporchi o sangue infetto da HIV negli ospedali gestiti dallo stato.

 

La mancanza di responsabilità, espressa nel detto popolare russo “loro fanno finta di pagarci e noi facciamo finta di lavorare”, sfociò in una qualità dei servizi infernale, corruzione diffusa e grandi perdite di vite. Il mio amico, un famoso neurochirurgo nella Russia di oggi, riceveva un salario mensile di 150 rubli – un terzo di un salario medio di un autista di autobus. Per ricevere un’attenzione minima dai dottori e dagli infermieri i pazienti dovevano pagare bustarelle. Ho persino assistito al caso di un paziente “non pagante” che è morto cercando di raggiungere un lavatoio in fondo al lungo corridoio dopo un intervento di neurochirurgia. L’anestesia normalmente non era “disponibile” per gli aborti o per operazioni leggere alle orecchie, al naso o alla pelle.  Questo era un mezzo di estorsione da parte di burocrati medici senza scrupoli.

 

Per migliorare le statistiche riguardanti il numero di persone che morivano nel sistema, i pazienti venivano abitualmente messi alla porta prima che esalassero l’ultimo respiro. Essendo Deputato del Popolo nella regione di Mosca dal 1987 al 1989 ho ricevuto molte lamentele riguardo negligenza criminale, tangenti intascate da membri dell’apparatchick, equipaggi di ambulanza ubriachi e avvelenamento del cibo in ospedali e nelle strutture pediatriche. Ricordo il caso di una ragazza quattordicenne del mio distretto che morì di nefrite acuta in un ospedale di Mosca. Morì perché un dottore decise che fosse meglio risparmiare “preziosa” carta per i raggi x (importata dai sovietici in cambio di valuta forte) invece di controllare due volte la sua diagnosi. Questi raggi x avrebbero invalidato la sua diagnosi di dolore neuropatico.

 

Al contrario il dottore curò la ragazza con una terapia del calore che la uccise quasi istantaneamente. Non ci fu alcun ricorso legale per i genitori e i nonni della ragazza. Per definizione, un sistema a centro di spesa unico (single payer) non può permettere un ricorso del genere. I nonni della ragazza non riuscirono ad affrontare questa perdita e morirono entrambi in sei mesi. Il dottore non ricevette alcuna reprimenda officiale. Senza alcuna sorpresa i burocrati del governo e gli ufficiali del Partito Comunista, già nel 1921 (tre anni dopo la socializzazione della medicina da parte di Lenin), avevano compreso che il sistema egalitario della sanità fosse ottimo solo per l’interesse personale di fornitori, manager e razionatori – ma non dei fruitori privati del sistema.

 

Quindi, come in tutti i paesi con un sistema medico socializzato, fu creato un sistema di secondo livello: uno per le “grigie masse” e l’altro, con un livello di servizio completamente diverso, per i burocrati e i loro servi intellettuali. Nell’URSS si presentò spesso il caso per cui, mentre i lavoratori e i contadini morivano negli ospedali di stato, la medicina e l’equipaggiamento che avrebbe potuto salvare la loro vita giaceva inutilizzato per il sistema della nomenklatura.

 

Al termine dell’esperimento socialista, il tasso di mortalità infantile in Russia era di due volte e mezzo più alto rispetto a quello negli Stati Uniti e più di 5 volte di quello del Giappone. Il tasso di 24,5 morti per 1000 nascite è stato messo in discussione recentemente da diversi deputati nel Parlamento Russo, che affermano essere 7 volte più alto di quello statunitense. Questo renderebbe il tasso di mortalità di 55 paragonato a quello statunitense di 8,1 per 1000 nati. Detto questo voglio chiarire che gli Stati Uniti hanno uno dei più alti tassi del mondo industrializzato solo perché contano tutti i bambini morti, compresi i bambini prematuri, che è il momento in cui il maggior numero di morti avvengono. Molti paesi non contano le morti premature. Alcuni non contano nessuna morte che avviene nelle prime 72 ore. Alcuni paesi non contano nessuna morte fino alle prime due settimane di vita. A Cuba, che si vanta di una mortalità infantile molto bassa, i bambini vengono registrati solo quando hanno diversi mesi, lasciando quindi fuori dalle statistiche ufficiali tutte le morti di neonati che avvengono nei primi mesi di vita.

 

Nelle regioni rurali della Karakalpakia, Sakha, Cechnya, Kalmykia e Ingushetia, il tasso di mortalità infantile è vicino a 100 per 1000 nascite, mettendo queste regioni nella stessa categoria di Angola, Chad e Bangladesh. Decine di migliaia di bambini muoiono vittime dell’influenza ogni anno e la proporzione di bambini che muoiono per polmonite e tubercolosi è in aumento. Il rachitismo, causato da una mancanza di vitamina D, e sconosciuto nel resto del mondo moderno, sta uccidendo molti giovani. I danni all’utero sono diffusi, grazie alla media di 7,3 aborti che la donna russa subisce durante gli anni fertili. Tenendo conto che molte donne non abortiscono, la media di 7,3 significa che molte donne hanno una dozzina o più di aborti nella loro vita.

 

Persino oggi, secondo il Comitato delle Statistiche di Stato, l’aspettativa di vita media è di meno di 59 anni – 58 anni e 11 mesi – mentre quella per le donne russe è di 72 anni. La cifra combinata è di 65 anni e tre mesi [1]. Comparandoli, la media per gli uomini negli Stati Uniti è di 73 anni e per le donne di 79 anni. Negli Stati Uniti l’aspettativa di vita alla nascita per il totale della popolazione ha raggiunto il picco più alto di tutti i tempi a 77,5 anni, più alto di 49,2 anni rispetto ad appena un secolo fa. L’aspettativa di vita in Russia è di 12 anni più bassa che negli Stati Uniti.[2]

 

Dopo 70 anni di socialismo, il 57 per cento degli ospedali russi è senza acqua calda e il 36 per cento degli ospedali in aree rurali senza acqua corrente o acque di scarico. Non è divertente che il governo socialista, mentre sviluppava l’esplorazione dello spazio e armi sofisticate, abbia completamente ignorato i bisogni basilari dei suoi cittadini? La qualità spaventosa del servizio non è semplicemente caratteristica della “barbara” Russia e di altre nazioni dell’Europa dell’Est: si tratta del diretto risultato del monopolio governativo sul sistema sanitario e può avvenire in ogni paese. Nella “civilizzata” Inghilterra, ad esempio, la lista d’attesa per interventi chirurgici è di circa 800.000 persone su una popolazione di 55 milioni. Un equipaggiamento all’avanguardia è inesistente in molti degli ospedali britannici. In Inghilterra solo il 10 per cento della spesa sanitaria deriva da fonti private.

 

La Gran Bretagna è pioniera nello sviluppo della tecnologia di dialisi dei reni, ma il paese ha uno dei più bassi tassi di dialisi in tutto il mondo. La Brookings Institution (non una grande sostenitrice del libero mercato) ha scoperto che ogni anno a 7000 cittadini britannici che hanno bisogno di una protesi per l’anca, tra 4000 e 20000 che hanno bisogno di un intervento chirurgico di bypass coronarico e tra 10000 e 15000 che hanno bisogno di chemioterapia per il cancro vengono negate le cure mediche. La discriminazione in base all’età è particolarmente evidente in tutte le realtà a conduzione governativa o nei sistemi largamente regolati del sistema sanitario. In Russia i pazienti sopra i 60 anni vengono considerati parassiti inutili e a quelli sopra i 70 anni viene spesso negata persino qualsiasi forma elementare di assistenza sanitaria.

 

Nel Regno Unito, nel trattamento dell’insufficienza renale cronica, a coloro che hanno 55 anni viene rifiutato il trattamento nel 35 per cento dei centri di dialisi. Al 45 per cento dei pazienti di 65 anni vengono negate le cure, mentre i pazienti di 75 anni o più ricevono raramente le cure mediche in questi centri. In Canada la popolazione è divisa in tre gruppi d’età in termini di accesso all’assistenza sanitaria: quelli sotto i 45 anni, quelli tra i 45 e i 65 e gli over 65. Inutile dire che il primo gruppo, che potrebbe venir definito dei “contribuenti attivi”, gode di un trattamento prioritario.

 

I sostenitori della medicina socializzata negli Stati Uniti usano tattiche di propaganda sovietica per raggiungere i loro obiettivi. Michael Moore è uno dei propagandisti socialisti più importanti ed efficaci in America. Nel suo film, Sicko, ha ingiustamente e negativamente confrontato l’assistenza sanitaria per pazienti più vecchi negli Stati Uniti con malattie incurabili e complesse con l’assistenza sanitaria in Francia e in Canada per giovani donne che hanno parti normali. Se avesse fatto il contrario – ovvero, l’assistenza sanitaria per le giovani donne negli Stati Uniti comparata a vecchi pazienti con malattie complesse ed incurabili nei sistemi sanitari socializzati – il film sarebbe stato identico, con l’eccezione che il sistema sanitario statunitense apparirebbe ideale, e il Regno Unito, il Canada e la Francia apparirebbero barbarici.

 

Oggi negli Stati Uniti ci stiamo preparando per la discriminazione nel trattamento degli anziani quando si tratta di assistenza sanitaria. Ezekiel Emanuel è il direttore del Clinical Bioethics Department all’Istituto Nazionale della Salute e un architetto del piano di riforma dell’assistenza sanitaria di Obama. Egli è anche il fratello di Rahm Emanuel, il capo del personale della Casa Bianca. Foster Friess riporta che Ezekiel Emanuel ha scritto che i servizi sanitari non dovrebbero essere garantiti agli Individui che sono irreversibilmente ostacolati dall’essere o diventare cittadini partecipi. Un esempio evidente è quello di non garantire servizi sanitari ai pazienti affetti da demenza [3].

 


Un articolo altrettanto inquietante, scritto da Emanuel, è apparso nella rivista medica The Lancet nel gennaio del 2009. Gli autori scrivono che: diversamente dalla ripartizione [dell’assitenza sanitaria] per sesso o razza, la suddivisione per età non è una spiacevole discriminazione; ogni persona vive attraverso diverse fasi della vita piuttosto che in un’unica età. Anche se i 25enni hanno priorità rispetto ai 65enni, tutti coloro che hanno ora 65 anni hanno vissuto anche i 25 anni. Trattare i 65enni in modo diverso a causa di stereotipi o falsità sarebbe discriminante per gli anziani; trattarli diversamente perché essi hanno già trascorso più anni di vita non lo è [4].

  


La medicina socializzata creerà enormi burocrazie governative – simili ai nostri distretti scolastici unificati – imponendo costosi mandati che distruggeranno posti di lavoro ai datori di lavoro affinché forniscano la copertura, e imporranno il controllo dei prezzi che porterà inevitabilmente a carenze e una scarsa qualità del servizio. Porterà anche al razionamento non in base al prezzo (ovvero, il razionamento in base alle considerazioni politiche, alla corruzione e al nepotismo) del sistema sanitario da burocrati del governo.

 

I veri “risparmi” in un sistema sanitario socializzato possono essere raggiunti solo spremendo i fornitori e negando le cure – non c’è nessun altro modo per risparmiare. Le stesse argomentazioni sono state utilizzate per difendere la coltivazione del cotone nel Sud prima della Guerra Civile. La schiavitù certamente “riduce i costi” del lavoro, “elimina gli sprechi” della contrattazione per i salari e evita “l’inutile duplicazione e il parallelismo”.

 

Nel sostenere la richiesta per una medicina socializzata, gli operatori sanitari americani sono come delle pecore che chiedono un lupo: non comprendono che l’alto costo delle cure mediche negli Stati Uniti è in parte dovuto al fatto che gli operatori sanitari americani hanno il più alto livello di remunerazione al mondo. Un’altra fonte dell’elevato costo del nostro sistema sanitario sono le normative vigenti in campo industriale, regolamenti che impediscono la concorrenza che abbasserebbe i costi. Le regole esistenti quali i “certificati di bisogno”, le licenze e le altre restrizioni sulla disponibilità dei servizi sanitari impediscono la concorrenza e, quindi, si traducono in prezzi più alti e meno servizi.

 

I sistemi sanitari socializzati non sono serviti per aumentare la salute generale o lo standard di vita in nessun luogo. Infatti, sia il ragionamento analitico che il punto di vista empirico portano alla conclusione opposta. Ma i clamorosi insuccessi della medicina socializzata nel migliorare la salute degli individui e la longevità non hanno colpito il suo fascino per i politici, gli amministratori e i loro servi intellettuali alla ricerca di potere assoluto e controllo totale.

La maggior parte dei paesi soggiogati dall’impero sovietico si sono spostati da un sistema completamente socializzato verso la privatizzazione e assicurando la concorrenza nel sistema sanitario. Altri, tra cui molte socialdemocrazie europee, hanno intenzione di privatizzare il sistema sanitario nel lungo periodo e decentralizzare il controllo medico. La proprietà privata degli ospedali e delle altre unità è visto come un fattore critico determinante di un sistema nuovo, più efficiente ed umano.


Note:

[1] “Speranza di vita russa verso una tendenza al ribasso” (St. Petersburg Times, 17 gennaio 2003)

[2] Rapporto CRS per il Congresso: “Speranza di vita negli Stati Uniti”. Aggiornato il 16 agosto 2006, Laura B. Shrestha, Codice d’ordine RL32792

[3] Friess Foster “Potete credere che viene preso in considerazione di negare l’assitenza sanitaria allepersone affette da demenza?” (14 luglio 2009). Si veda anche Ezekiel J. Emanuel, “Dove si incontrano laDemocrazia Deliberativa e il Repubblicanesimo Civico” (The Hastings Center Report, vol. 26, n° 6)

[4] Govind Persad, Alan Wertheimer e Ezekiel J. Emanuel, “Principi per l’allocazione degli interventimedici scarsi” (The Lancet, vol. 373, numero 9661).

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29 giugno 2012 5 29 /06 /giugno /2012 10:53

PROSSIMO-FUTURO.jpg

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29 giugno 2012 5 29 /06 /giugno /2012 10:12
Fonte dell'audio: "Nineteen Eighty-Four" ("Orwell 1984") film diretto
 da Michael Radford, basato sul romanzo "1984" di George Orwell.
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28 giugno 2012 4 28 /06 /giugno /2012 14:38
Video per chiaroudienti
 
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27 giugno 2012 3 27 /06 /giugno /2012 19:02

DI PETER SLOTERDIJK*

Per poter valutare l’espansione senza precedenti che lo Stato democratico moderno ha registrato in Europa, è utile ricordare l’affinità storica tra due movimenti che emersero alla sua nascita: il liberalismo classico e l’anarchismo. Entrambi questi movimenti furono motivati dall’ipotesi, rivelatasi poi errata, che il mondo si stesse incamminando verso un’era di indebolimento dello Stato. Ma mentre il liberalismo propendeva per uno stato minimo che governasse i cittadini in modo quasi impercettibile, lasciando loro la libertà di condurre i loro affari in  santa pace, l’anarchismo, al contrario, auspicava la dissoluzione totale dello Stato.

Dietro questi due movimenti si celava una speranza tipica del Novecento europeo: che lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo sarebbe ben presto giunto al capolinea. In un caso, ciò sarebbe originato dall’eliminazione della predazione parassitaria esercitata dalle classi improduttive, quali la nobiltà e il clero. Nell’altro caso, la chiave di volta era stata individuata nel processo di riorganizzazione delle tradizionali classi sociali, che si sarebbero costituite in piccoli gruppi autosufficienti. Ma la storia politica del ventesimo secolo, e non solamente nel corso delle sue derive totalitarie, si è dimostrata del tutto inclemente, tanto con il  liberalismo classico, quanto con l’anarchismo. Lo Stato moderno democratico a poco a poco si è trasformato nell’attuale “Stato debitore”: nel volgere di un secolo, il processo di metastasi ha dato luogo a un mostro colossale, un mostro che respira e sputa fuori i soldi.

 

Questa metamorfosi è stata la risultante, soprattutto, di un prodigioso allargamento della base imponibile, specie in forza dell’introduzione dell’imposta progressiva sul reddito. Questa imposta è l’equivalente funzionale dell’ espropriazione socialista. Ma capace di garantire, in più, il notevole vantaggio di essere reiterata di anno in anno, almeno in tutti i quei casi in il soggetto non risulti dissanguato dal salasso dell’anno precedente (Per avere un’idea della tolleranza dei cittadini del giorno d’oggi, basti ricordare che quando l’imposta sul reddito fu introdotta, per la prima volta,  in Inghilterra, con una pressione del 5 per cento, la regina Vittoria era seriamente preoccupata del fatto che ciò avrebbe rischiato di oltrepassare ogni limite tollerabile. Da quel giorno, ne è passata di acqua sotto i ponti: e siamo ormai assuefatti all’idea che una manciata di cittadini produttivi debba  necessariamente fornire, con le loro tasse, più della metà del gettito sul reddito nazionale).

 

Quando questo prelievo forzoso si combina con una lunga batteria di ulteriori tasse e imposte, che vanno ad incidere soprattutto sui consumatori, si origina un risultato sorprendente: ogni anno, gli Stati moderni rivendicano la metà dei proventi economici generati dalle loro classi produttive e li affidano in consegna agli esattori delle tasse. E ciononostante, queste classi produttive non tentano di rimediare alla loro situazione  ricorrendo alla sola reazione che appare come la più ovvia e naturale: una civile rivolta fiscale! Questa totale ed assoluta sottomissione si configura effettivamente, [per i governanti, ndt], come un formidabile successo politico, che avrebbe fatto cadere in deliquio  il ministro delle finanze di qualsiasi sovrano.

 

Rifacendoci a queste considerazioni, possiamo ben capire che la domanda che molti osservatori europei continuano a formulare durante l’attuale crisi economica – “il capitalismo ha un futuro?”, è del tutto mal riposta. In realtà, quello in cui ci tocca vivere non è affatto un  sistema capitalistico: ma è una forma di  ibrido semi-socialista che gli europei, con molto tatto, definiscono “economia sociale di mercato”. La mano avida dello Stato cede parte del bottino soprattutto per placare l’apparente interesse pubblico, finanziando attività inutili e prive di senso  in nome della “giustizia sociale”.

  

Così, lo sfruttamento diretto ed egoistico dell’epoca feudale è stato trasformato, nell’era moderna, in un  stato,  giuridicamente vincolato e quasi disinteressato, di totale cleptocrazia.

 

Oggi, un ministro delle finanze è una sorta di Robin Hood che ha prestato fedeltà a un giuramento costituzionale. La capacità che caratterizza il Tesoro, di arraffare il bottino con la coscienza perfettamente pulita, è legittimata, tanto da un punto di vista teorico quanto nella pratica, dall’affidamento che si ripone nell’incontestabile utilità dello Stato nel mantenere la pace sociale, per non parlare di tutti gli altri vantaggi che si vuole esso fornisca (In tutto questo, la corruzione rimane un fattore del tutto irrisorio… Per comprovare quello che sto dicendo, basti solo pensare alla situazione della Russia post-comunista, dove un ordinario uomo dell’establishment, come Vladimir Putin, è stato in grado, nei pochi anni in cui è stato Capo di Stato, di accumulare una fortuna personale di oltre  20 miliardi di dollari). Gli osservatori favorevoli al  libero mercato fanno sicuramente bene, dal canto loro, a richiamare l’attenzione su una serie di pericoli ben precisi: sia che si sostanzino in una eccessiva regolamentazione, suscettibile di inibire l’afflato imprenditoriale; ovvero, in una imposizione fiscale fuori controllo, che punisce il successo; o, ancora, in un debito ipertrofico, che è la conseguenza di un rigore di bilancio che ha ceduto il passo alla leggerezza speculativa.

 

I sostenitori del libero mercato non hanno inoltre mancato di osservare come l’attuale stato delle cose determini il sovvertimento del concetto stesso di “sfruttamento”. In precedenza, i ricchi vivevano a spese dei poveri, in via del tutto diretta ed inequivocabile. Nelle economie moderne, invece, sono sempre più i cittadini improduttivi a vivere parassitariamente alle spalle di quelli produttivi, ancorché lo facciano in maniera del tutto equivoca, posto che, come si dice e si reputa, essi sono svantaggiati ed in virtù di questo meriterebbero un sostegno ancor maggiore. Ai giorni nostri, di fatto, una buona metà della popolazione di ogni nazione moderna è costituita da persone che, disponendo di un reddito scarso se non nullo, sono esenti da qualsiasi obbligo fiscale, e vivono, in larga misura, a scapito dell’altra metà della popolazione, che al contrario paga le tasse. Se tale situazione dovesse radicalizzarsi, ciò potrebbe sicuramente  dar luogo ad estesi conflitti sociali. Questa tesi, eminentemente plausibile, dello sfruttamento da parte dei ceti improduttivi, elaborata dai fautori del libero mercato, avrebbe poi prevalso sulla omologa tesi di matrice socialista, di sicuro molto meno convincente, che ravvisava lo sfruttamento dei lavoratori ad opera dei capitalisti. L’affermarsi di questa rivoluzione concettuale recherebbe con sé l’avvento di un’era post-democratica.

 

Allo stato attuale, il pericolo principale per la futura tenuta del sistema coinvolge il crescente indebitamento degli Stati, intossicati dal proliferare delle politiche keynesiane. In maniera del tutto impercettibile, ma ormai del tutto inevitabile, ci stiamo dirigendo verso una situazione in cui, ancora una volta, i debitori potranno espropriare i loro creditori, come è purtroppo sovente accaduto nel corso della storia della tassazione, dall’epoca dei faraoni, alle riforme monetarie del ventesimo secolo. La novità è data dalla scala gigantesca del debito pubblico. Non importa le spoglie sotto cui formalmente si presenteranno – se come garanzia, insolvenza,  riforma monetaria, o inflazione – ma i prossimi grandi espropri sono già in corso d’opera. Oggi, la mano avida dello Stato si è già insinuata nelle tasche delle generazioni di coloro che devono ancora venire al mondo. Abbiamo già scritto il titolo del prossimo capitolo della nostra storia: “il saccheggio del futuro da parte del presente”.

 

Articolo di Peter Sloterdijk su City-journal.org

*Link all’originale: http://vonmises.it/2012/06/26/la-mano-che-arraffa-quella-dello-stato/

Traduzione di Cristian Merlo

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27 giugno 2012 3 27 /06 /giugno /2012 17:58
Questo è un mio sogno vero, fatto nel 2004... Ciao bestie!
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