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4 aprile 2012 3 04 /04 /aprile /2012 10:20

Da una mail di Marcello Floris musicista freelance:

 

Eccomi qua Nereo!

La mia idea, che covo da tempo, è quella di fare un disco di musica pop-rock proprio commerciale con tutto il marketing che abbisogna, prova a immaginare una cosa tipo Vasco Rossi, o Laura Pausini, o Tiziano Ferro, o qualsiasi cosa si venda il più possibile, insomma una cosa molto commerciale, però inserendo all'interno dei testi di denuncia, un periodo pensavo di farlo estrapolando dati e numeri dai libri di Rizzo e Stella.

Il perché di questa idea? Per il semplice fatto di poter arrivare a più gente possibile, arrivare ai giovani per fargli aprire gli occhi in modo che quando vedono un "maiale" gli sputino in faccia per avergli fottuto il futuro, o perlomeno lo prendano a calci nel culo.

 

L'idea è quindi di utilizzare la musica pop-rock, quella commerciale, come un cavallo di Troia che riesca a entrare nella fortezza dei giovani e da li sfruttare i grandi numeri, solo nel pop si riescono ad avere grandi numeri, e più gente si rende conto di ciò che sta succedendo e meglio è. 

Naturalmente, come nel pop, bisognerebbe sfruttare tutte le tecniche di marketing ed essere virali il più possibile, il massimo sarebbe anche creare un personaggio anche virtuale come i gorillaz http://www.myspace.com/gorillaz, che per anni hanno fatto musica e venduto milioni di dischi però stando nascosti dietro a dei cartoni animati, i gorillaz appunto; questa tecnica ha creato quello che gli americani(che di marketing se ne intendono) chiamano buzz, ossia rumore, tutti ne parlavano e si chiedevano chi ci fosse dietro questi personaggi, è stato un successo.

 

Ora, tu pensa a dei super eroi che combattono contro "i maiali" (mi spacco dalle risate a leggerti quando lo scrivi) e si diffondono tra i giovani, il più possibile, bisogna farli incazzare i giovani, e anche i meno giovani, io ho 38 anni e un sacco di amici disoccupati che sono così rincoglioniti che pensano che la loro disoccupazione sia causata dagli evasori, siamo al delirio più puro, non ti dico i litigi.

Poi ci dovrebbe essere un sito super patinato, e ci sono un sacco di possibilità di marketing e di promozione dell'immagine tramite la rete, non ci sono più scuse:

http://www.beatwire.com/

http://www.bob-baker.com/buzz/index.html

http://www.musicpromotiontips.com/

http://www.freemusicpromotion.net/

http://www.cdbaby.com/

e potrei continuare con una lista lunghissima, io sono disposto anche a metterci dentro qualche soldo senza riceverne niente indietro, l'importante è riuscire a essere virali, in questo senso conosco un sacco di risorse a buon mercato che si potrebbero utilizzare per arrivare a più gente possibile.

 

VIRALI È LA PAROLA GIUSTA!

 

Pensa, con la campagna anti evasione cosa hanno combinato "i maiali", guarda che la maggior parte degli italiani ci credono alle cazzate degli spot, ti giuro che io ho litigato con alcuni miei fornitori di attrezzature musicali perché non volevo la fattura e me l'hanno voluta fare per forza, anche nei bar e nei ristoranti, cazzo mi è capitato di offrire soldi in più per NON avere lo scontrino o la ricevuta, ma sono tutti terrorizzati, un po' anche io.

È chiaro che questi pezzi di merda sono comunque stati bravi, sono stati VIRALI, e sta funzionando alla grande, cazzo se sta funzionando, il paese è al collasso e tutti sono contenti di prenderla nel culo! 

 

Ora, io penso sia il caso di usare le loro stesse armi, loro sono stati virali con la stampa e la televisione, noi dobbiamo cercare di esserlo con la musica, più che altro perché nella musica so come muovermi e visto che faccio il musicista di professione, so come essere tecnicamente efficace.

 

 

Un altra idea parallela sarebbe quella di tirare su un cantante giovane, che ha voglia di sfondare e costruirci attorno il personaggio, immagina... una bonazza a San Remo che le canta in mondovisione ai maiali, così che tutto il mondo sappia che cazzo succede in queste latitudini, sarebbe il massimo!

Questa è la mia idea, il mio sogno, certo da affinare, da rendere operativo, ci sarebbe da farsi il culo, è anche certo che ci servirebbe aiuto, magari si può chiedere a Leonardo. 

Dimmi che ne pensi, spero di non essere troppo utopistico.

 

Nel frattempo, mandami pure il file e provo a costruirci qualcosa sotto.

 

Entro stanotte, o più probabilmente stanotte stessa, ti manderò qualche  file così vedi un po' come lavoro, prima il file del provino fatto dal cliente di turno e contestualmente lo stesso brano con il mio arrangiamento.

 

Ti allegherò anche una base di un brano di un mio vecchio cliente ma che non ha mai utilizzato. Gli avevo preparato la base e contestualmente stavamo contrattando con una etichetta discografica, insomma lui ha poi scelto di andare da solo con questa etichetta, per questioni economiche il mio lavoro non è stato utilizzato e lui mi ha pure scaricato, quindi la base di un brano ce l'ho ancora io, è musica leggera. 

Puoi usarla perché lui non l'ha utilizzata e non c'è una melodia quindi SIAE FREE. 

È semplicemente un giro di accordi ben arrangiato, se ti piace facci pure quello che vuoi.

Ti do' un idea, sarebbe bello metterci sopra una canzone, un testo, in cui un padre parla a suo figlio e gli dice che non potrà garantirgli un futuro degno di essere chiamato tale, gli dirà che padre e figlio dovranno vivere come schiavi per mantenere i maiali e i loro privilegi, i loro abusi, i maiali avranno diritto di prelazione sul corpo delle mogli e delle figlie delle persone normali, deve essere un urlo di disperazione, deve far paura, deve essere emotivamente devastante.

 

Spero di non averti annoiato e di averti dato qualche input artistico. Attendo tue critiche anche feroci.

Un caro saluto

Marcello

__________________________________

 

Marcello lo travate qui al minuto 5'.40'':

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-28b8192c-4625-409c-98cd-d60b4c851b0e.html

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3 aprile 2012 2 03 /04 /aprile /2012 15:01

All'artigiano G.C., che il 28 marzo 2012 si è dato fuoco davanti alla sede della commissione tributaria di Bologna, arrivi questo video in ebraico, come una preghiera che nessuno recita...

Gesù di Nazaret fu accusato di sedizione antitributaria (Luca 23,2). Oggi si direbbe di "incitamento all'evasione fiscale".

Nessuno ne parla. Oggi gli uomini che ci governano si scandalizzano, stracciandosi le vesti come facevano gli uomini del sinedrio, se qualcuno non paga le tasse. Ma sull'epicheia, cioè sulla giustezza ed equità, del pagare le tasse, tutti stanno supinamente zitti, dal più umile "fedele" perché non sa, alla più alta eminenza gerarchica, perché sa solo battersi il petto la domenica per le "omissioni".

Questa "omissione" di verità è però molto grave, e soprattutto i teologi dovranno farne ammenda, dato che l'omissione è a questo riguardo come l'insabbiatura dell'ordine del valore delle cose testimoniate da un teste in un processo, e dato che il teste è l'evangelista Luca. Luca afferma infatti che, secondo l'"assemblea", Gesù SOBILLAVA IL POPOLO A NON PAGARE I TRIBUTI.

Questo fatto, nella scala di valori espositivi espressa da Luca, è il motivo principale della crocifissione di Gesù. Per Luca infatti l'importanza dell'imputazione "incitamento all'evasione fiscale" supera quella di "farsi Re dei giudei", altrimenti non l'avrebbe detta per prima...

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3 aprile 2012 2 03 /04 /aprile /2012 12:14

Estatico, cadde a sedere sul suo carico, davanti alla buca. Eccola, eccola là, eccola là, la Luna... C’era la Luna! la Luna!  (L. Pirandello)

 

Dove si trova il tuo nome, o Parsifal?

 

Quando ritornasti, guarito dai tuoi errori, e ritrovasti la via al santo Graal, ti fu annunziato che il tuo nome sarebbe apparso luminoso sulla sacra coppa.

 

Ma dov’e la coppa… dove posso trovarla? Sulla luna?

 

E Ciaula si mise a piangere, senza saperlo, senza volerlo, dal gran conforto, dalla grande dolcezza che sentiva nell’averla scoperta, là, mentr’ella saliva pel cielo, la Luna, col suo ampio velo di luce, ignara dei monti, dei piani, delle valli che rischiarava, ignara di lui, che pure per lei non aveva più paura, né si sentiva più stanco, nella notte ora piena del suo stupore...

 

Era la luna dunque, a contenere l’ostia, il disco con la scritta “Parsifal”...

 

lapsit.jpgSì, la sacra coppa, il “lapsit exillis”! Quel calice era la luna...

 

O luna! O “Gànganda greida”, viatico ambulante (1) sei dunque tu.... semplicemente tu che appari a Ciaula... e a me...

 

E quando tu, o Parsifal, ti allontanasti la prima volta dal castello, senza aver domandato il senso dei misteri ai quali aveva assistito, e nella foresta trovasti quella giovane donna piangente che teneva sulle ginocchia lo “sposo” morto, tu eri come me... che scappavo via da casa mia... alto il naso nell’aria... con quattro bestemmie... le poesie di Pavese e le cassette di James Taylor... il mio viatico...

 

O Parsifal, oggi che so molte cose di te e della tua fama, ti prego dammi un segno che mi dica la giustezza della spada e del combattere...

 

SPADA.JPGFosti partorito fra grandi dolori e visioni di sogno dopo che tuo padre era partito per terre lontane.

 

Herzeleide, tua madre voleva tenerti lontano da cavalieri e cavalli, affinché arti e virtù cavalleresche non ti strappassero un giorno a lei. Non voleva che tu un giorno fossi esposto ai pericoli che dovette poi affrontare tuo padre. E ti educava in modo da tenerti lontano da ciò che d’altronde era in te, viveva in te, che guardavi con stupore il mondo. Da lei e dalla bellezza sua e del mondo imparavi che Dio c’era! Dio c’è! E sviluppavi anche la tendenza a servirlo. Ma di quel Dio niente sapevi… E quando un giorno incontrasti i cavalieri, credesti che Dio fossero loro Dio… E ti inginocchiasti...

 

Poi le dicesti di averli visti, e di voler essere come loro, diventare come loro.

 

E lei sorrise.

 

Ti lasciò andare mentre dentro un po’ moriva...

 

Molte furono le tue imprese, e lei morì di crepacuore per la scomparsa del figlio che non si era nemmeno accomiatato da lei, quando partì a cercar ventura.

 

graal2.jpgDopo molte peregrinazioni giungesti al castello del Graal, dal re pescatore, un vecchio costretto a star disteso sopra un giaciglio per lo stato di debolezza in cui si trovava. Fu lui a darti la spada ed ecco nella sala apparire uno scudiero armato di una lancia sanguinante: il sangue scorreva fin giù sulla sua mano. E intanto si avvicinava a te una vergine che portava il santo Graal, una specie di coppa, una scodella.

 

Dal contenuto suo nasceva un tale fulgore che oscurava tutti i lumi della sala, come il Sole e la Luna offuscano il lume delle stelle.

 

Il santo Graal conteneva ciò di cui si nutriva il vecchissimo padre del re pescatore, che stava in una camera contigua e che non si nutriva come voi di cibo terreno.

 

Ma ogni volta che veniva offerta un’altra portata, il santo Graal passava nuovamente per la sala e veniva portato a lui, al vegliardo che si nutriva solo del suo contenuto. Eri stato accompagnato lì da Gurnemanz, che ti aveva detto di non far troppe domande. Perciò non avevi chiesto perché la lancia sanguinasse, né che cosa significasse la coppa del Graal, di cui neanche sapevi il nome.

 

Ospite per la notte nel castello, proprio in quella sala in cui tutto si era svolto, ti ripromettesti di chiedere spiegazioni il mattino seguente, ma trovasti il castello deserto: non c’era era più nessuno.

 

Allora ti rivestisti e trovasti il tuo cavallo sellato nel cortile. Credendo che la compagnia fosse uscita per la caccia, la cercasti per sapere del mitico Graal… del miracolo del Graal. Ma appena oltrepassato a cavallo il ponte levatoio, questo scattò in alto con tale rapidità che il cavallo dovette fare un salto per non cadere nel fosso.

 

Non incontrasti nessuno della compagnia presente nel castello la sera prima. Così proseguisti la tua cavalcata e fu allora che nel bosco ti trovasti di fronte a quella giovane donna in lutto per lo sposo defunto che le giaceva in grembo.

 

“Non chiedendo spiegazioni, non hai potuto sperimentare gli effetti della conoscenza dei grandi misteri visti... - ti disse - Avresti dovuto domandare...”

 

pieta.jpgIl Venerdì Santo giungesti presso un eremita di nome Trevrizent e ricevesti altri insegnamenti.

“Rifletti sul mistero del Golgota! - ti disse il vecchio - Volgi lo sguardo al Cristo  crocifisso che dice a Giovanni: ‘Ecco la madre tua!’ e a Giovanni che non la lasciò più. Tu invece hai abbandonato tua madre Herzeleide, ed essa ne è morta di dolore”.

 

Tu non capivi quelle parole di pareggio karmico, così ripartivi nuovamente alla ricerca del santo Graal.

Poco prima che morisse il vecchio Amfortas, il re-pescatore, tu arrivavi, e fu allora che tutti i cavalieri del Graal ti accolsero dicendoti: “Il tuo nome risplende sul Graal! Ora sei tu il re del Graal , perché il tuo nome è apparso splendente sulla sacra coppa!”

 

E il tuo nome, o Parsifal, ancora compare sulla sacra coppa d’oro contenente l’ostia... misterioso nutrimento spirituale.

 

La riflessione ti portò al Sapere, lo stesso sapere che oggi è in me e in chi come Ciaula sa ancora meravigliarsi ed apprendere dalla coppa lunare e dal cielo il ciclico ritorno della luce nella struttura del tempo...

 

Prima del mistero del Golgota, si succedettero ben altri tre periodi postatlantici di civiltà.

 

Ora, dopo il compimento del mistero del Golgota, essi riemergono, compenetrati di luce nuova, quella dell’io.

 

immagine01.jpg

 

Il terzo di essi riappare nel nostro attuale, che è il quinto,

 

immagine02.jpg

il secondo riapparirà nel sesto,

 

immagine03.jpg

e il primo di quei periodi, quello dei santi risci indiani, riemergerà durante il futuro settimo periodo:

 

immagine04 

Le cose stanno ancora così, o Parsifal, e il ritorno di quei periodi è testimoniato oggi. Infatti, cos’altro è l’astrologia odierna se non la reviviscenza dell’astrologia del terzo periodo postatlantico, ma permeata dall’impulso del Cristo? Certamente in modo diverso da come allora, nel “mattino dei maghi”, si osservavano gli astri, oggi, nel “meriggio dei maghi”, indaghiamo nuovamente le stelle, e la scrittura stellare ritorna ad essere qualcosa di significativo per noi, piccoli e grandi, umili e potenti. La relazione tra il potere politico e i vari filoni della cultura esoterica accompagnò sempre la nostra storia con una continuità che iniziò a scomparire solo con la rivoluzione scientifica del XVII secolo, grazie alla quale si sviluppò lo Stato moderno. Oggi però, che la democrazia rappresentativa è mera apparenza di fatto compiuto, ne scorgiamo anche tutta la debolezza, non solo attraverso fenomeni come la caduta verticale della partecipazione al voto o la concentrazione dei poteri forti, che trasformano la democrazia in oligarchia o in una “repubblica dei custodi”...  ma anche perché fra le caratteristiche del nostro tempo predomina un pensiero malato.

 

Dappertutto il nostro punto di vista dominante è quello economico: noi pensiamo in termini di denaro, e la tecnologia è presentata come la soluzione universale: alla parola “dolore” si risponde con un’aspirina.

 

Le ideologie si imposero: da un lato costruirono gulag in nome dell’emancipazione dei popoli, dall’altro “lager” in nome della libertà degli individui. Trionfavano sospetto e delazione, mentre Marx smascherava lo sfruttamento insito nella produzione, Freud l’oscuro della sessualità sotto la luce della coscienza; Nietzsche il risentimento nel cuore stesso della morale. Si affermava la “scienza”, mentre l’arte si negava, la religione si secolarizzava, e la filosofia contemplava il suo ombelico. In questo clima la bomba atomica restava la possibilità suprema.

 

E proprio in questo tempo, caratterizzato schizofrenicamente dall’uniformazione degli stili di vita e di consumi, e contemporaneamente dalla volontà di affermare ad ogni costo la propria particolarità, il cielo del celato, l’esoterismo resiste, non contrapponendosi necessariamente alle istituzioni ma proponendo un’altra visione: di fronte al “regno della quantità”, e ponendo i principi metafisici del numero, della concezione quantitativa del linguaggio, il linguaggio del cielo...

 

L’esoterismo esistette ed esiste anche nell’ex URSS, i cui paesi subirono una dominazione politica caratterizzata dalla dittatura di un partito, dalla collettivizzazione, e dall’educazione marxista-leninista. In passato quei paesi avevano sviluppato una ricchissima spiritualità: sciamani ungheresi, Folli di Cristo russi, bogomili bulgari, sofianisti (come Soloviev o Bulgakov)... Fra i musulmani è sopravvissuta qualche confraternita sufica. Lo sciamanesimo resiste in Siberia. Nella letteratura clandestina, ad esempio in Tarkovski, sopravvivono temi esoterici. Il “Dizionario filosofico” delle edizioni del Progresso dell’URSS si lascia sfuggire questa osservazione: “Attualmente in molti paesi capitalisti esistono associazioni di occultisti e sono pubblicate molte opere di argomento occultistico” (ed. 1985, p. 359).

 

Negli USA è sviluppato il fenomeno delle sette ma poco quello delle organizzazioni iniziatiche. Nel 1801 a Charleston si fondava e si accettava il Rito scozzese antico. La Società teosofica era fondata nel 1875 proprio negli USA, e nel 1909 Max Heindel fondava la Rosicrucian Fellowship, mentre H. Spencer Lewis l’A.M.O.R.C.

 

L’esoterismo del XX secolo si richiama soprattutto al sacro Graal e a te, dunque, o Parsifal.

 

Il pensiero della riemergente scrittura stellare, e quello del tuo segreto, continua così il suo corso non come antica cultura, bensì come cristico impulso che la rapporta a noi trovando armonia e rispondendo non solo a bisogni individuali, ma anche ad esigenze collettive...

 

Chrestien de Troyes così ti descrive o Parsifal, al tuo ritorno verso il castello del Graal, durante il tuo contatto con con l’eremita Trevrizent:

 

“Parsifal sprona il destriero a percorrer quel sentiero.

Per le colpe che ha commesso pentimento prova adesso

e grandissimo dolore grava a fondo sul suo cuore.

L’anima contrita e mesta, penetra nella foresta,

finché giunge a una cappella e ecco alfin scende di sella.

Posa a terra l’armatura, entra in quella cella oscura.

Lì, da pena conturbato prono a terra inginocchiato,

or davanti a un vecchio pio piange e si confessa a Dio.

“O tu, assolvi il mio peccato, e ch’io venga consolato!

Per cinque anni, sai ho vagato ed il male ho seguitato

senza fede, pazzo e stolto, sol da tenebra sconvolto!”

Gli risponde il vecchio pio: “Io per te pregherò Iddio

che si curi di tua sorte, che ti salvi dalla morte!

Ma suvvia dimmi tu presto, perché hai fatto tutto questo?”

“Senti, io dal Re Pescatore vidi il Graal, vaso d’amore.

Lancia io vidi anche passare e di sangue gocciolare.

Tuttavia né domandai di quel sangue il senso mai,

né di apprender fui curioso di quel Graal sì misterioso!

Fu da allora la mia sorte ben più dura della morte:

dalla grazia del Signore sempre escluso fu il mio cuore!”

“Ma qual nome hai?” chiede l’uomo. Dice: “Io Parsifal mi nomo...”

Noto è il nome all’eremita che sospira e il vero addita:

“E’ il tuo fallo, a te celato, che al dolore ti ha sposato”.

 

So che tu, dopo quei discorsi, cavalcasti e ancora cavalchi verso il Graal di giorno e notte...

 

Tutto dedito alla contemplazione della natura durante il giorno, e delle stelle durante la notte, come te anche io sono...

 

...e la scrittura celeste parla al mio profondo, rivelandosi preannuncio di quanto dissero già a te i cavalieri incontrandoti al castello: “Il tuo nome risplende sul santo Graal”, a te che ancora non capivi quello che appariva negli astri e che perciò restava inconscio.

 

Per questo motivo Eschenbach, a proposito del “gànganda greida” e della giovane che teneva sulle ginocchia il suo sposo morto, scrisse che “una certa cosa si chiama il Graal” parlando dell’astrologo spagnolo Flegetanis: “Fu un pagano, Flegetanis, stimato per le sue arti rare, che per primo scrisse del Graal”(2) e in base alle indicazioni di Flegetanis, nel quale riviveva l’antica conoscenza della scrittura stellare, vide “la cosa chiamata il Graal”.

 

Lui almeno aveva visto il GraaI.

 

Il Graal, col tuo nome scritto sopra, o Parsifal, va cercato allora nel cielo.

 

Nella scrittura stellare è rintracciabile l’aurea coppa splendente nella sua realtà.

 

La soluzione dell’enigma del Graal è dunque questa: la coppa è là, dove si esprime nel suo simbolo stellare... nella scrittura degli astri... che ognuno può vedere senza che si sveli subito il segreto nascosto nel fenomeno.

 

E tu o lettore di queste cose, un giorno che la osserverai, ti si rivelerà la sottile falce dorata della Luna, con al suo interno l’immagine appena percepibile del disco lunare oscuro.

 

Scorgerai la falce lunare dorata contenente la grande ostia! Solo quella è autentica, o novello cercatore: il disco oscuro del “gànganda greida”, il viatico ambulante... la parte della luna che non si vede se la si osserva superficialmente, ma che risulta visibile a un’osservazione più attenta. Scorgerai allora il disco oscuro, e sulla falce lunare leggerai, in mirabili lettere della scrittura occulta, il nome Parsifal!

 

Nella giusta luce, quella scrittura rivela al mio cuore e alla mia mente, se non proprio tutto, almeno una parte del tuo segreto, o Parsifal… del mistero del santo Graal.

 

Nel 1607 a parlare così dei rivolgimenti avvenuti nel mondo spirituale fu proprio Keplero, l’uomo senza il quale non esisterebbe la moderna astronomia, né la fisica d’oggi.

 

A coloro che ancora oggi si considerano materialisti convinti, o a tutti quanti vedono ancora in Keplero un loro idolo, bisognerebbe consigliare la lettura di questi passi (vedi sotto “Così parlava Keplero”). In essi infatti, anche se dobbiamo a Keplero le massime leggi dell’astronomia moderna, egli esprimeva in fondo ciò che a poco a poco venne emergendo dal quinto periodo di civiltà postatlantico per inserirsi nell’evoluzione della Terra.

 

Non dovremmo gradualmente riabituarci dunque, o Parsifal, a riconoscere un po’ gli effetti immateriali legati agli astri, tanto più oggi in quanto maggiormente compenetrati da quel nuovo impulso?

 

Nel tempo tuo, in cui tu entrasti, ancora ignorante e impreparato, nel castello del Graal a domandare ciò che dovevi domandare, quando vedesti Amfortas ferito giacere fra i dolori, dolori che al tuo ingresso si esacerbarono terribilmente, in quel momento dell’anno era un Venerdì Santo, ed era il tempo in cui Saturno e il Sole si trovavano entrambi in culminazione nel segno del Cancro.

 

Queste cose so dalla leggenda, cioè secondo la tradizione accolta dall’Eschenbach.

 

E in che modo o Parsifal giungesti gradualmente alla Conoscenza?

 

Non potevi ancora sapere che mentre in superficie si manifestavano le diatribe teologiche da cui scaturiva il cattolicesimo tradizionale che negava e nega il celato del cielo che prega il Vaticano, popolo di smemorati dimentichi di sé in quanto Vati, aruspici di vaticini, in profondità l’onda vera del Cristo scaturiva quasi come uno tsunami proveniente dal centro del pianeta... ed, anzi, proprio da questa tua ignoranza, rimanevi protetto proprio da ogni superficialità sul Cristo, mentre ne apprendevi invece il senso da fonti che attingevano solo alle profondità della tua attività interiore: prima, dalla donna addolorata per lo sposo ucciso, che giaceva sul suo grembo, quando abbandonasti ignaro il castello del Graal, poi dall’eremita unito a forze mistiche, e a quella del Graal.

 

E quando quel Venerdì arrivasti da lui, quella potenza, la forza del Graal già operava in te, anche se tu non lo sapevi ancora…

 

Uomo ignorante di tutto ciò che stava avvenendo alla sua normale coscienza di veglia, portato a contatto di fonti subcoscienti che andavano emergendo in quel tempo conclusivo del medioevo, e che a quelle sorgenti doveva peraltro attingere: questo tu eri o Parsifal, cuore innocente e incontaminato da tutto quanto il mondo esterno porta di solito all’uomo, tu accoglievi in piena innocenza e con le tue più alte, pure e nobili forze dell’interiorità, il mistero del Graal.

Così incontravi Amfortas, un uomo non pienamente capace di tanto, non all’altezza di quelle forze capaci di sperimentare pienamente quel mistero, tanto che, sebbene chiamato a fungere da custode del Graal, era caduto preda degli impulsi inferiori dell’anima umana, per lussuria e per gelosia aveva infatti ucciso il suo avversario.... forze della natura dunque ma anche forze di grande profondità.

 

Si trattava, sì, di forze elementari naturali, ma non consuetudinarie per il quotidiano di allora, in quanto erano ancora in connessione coi mondi spirituali del terzo periodo postatlantico: ciò che pulsava attraverso gli elementi, nel sangue e nel sistema nervoso umano, s’innalzava, accogliendo i segreti.

 

Così si percepiva ancora il sacro... e ciò era ben lontano dall’odierno ascetismo new age... Era ancora la capacità di percezione dei sacri misteri, così come questi erano accolti nel quarto e perfino nel terzo periodo di civiltà postatlantico, con quelle stesse forze che dominavano e dominano di solito l’uomo sulla Terra.

 

Ora però si è giunti al quinto periodo, il tempo in cui i sacri misteri incominciano a rivelarsi solo alle pure forze innocenti dell’interiorità. Così è l’oggi, nostro periodo di civiltà.

 

Se oggi l’uomo trova la capacità di sollevarsi da quanto lo costringe al suo compito terreno può ancora risollevarsi. Deve però innalzarsi e lasciare l’astrologia antica. Ciò che era lecito operasse in lui nel tempo dell’astrologia antica ora non ha più senso.

 

Oggi egli deve pretendere di più da se stesso, e sollevarsi più in alto, per trovare in modo nuovo la via verso gli antichi segreti. E deve fare ciò con le forze innocenti della sua interiorità, liberata da tutto il terrestre.

 

L’antichità ebraica aveva severamente indicato la nuova direttiva: le forze sibilline, legittime nell’astrologia, devono essere abbandonate!

 

Attenetevi a JHWH, Dio terrestre! Da tale atteggiamento era scaturita avversione contro qualsiasi rivelazione dall’alto, un timore di quanto si manifestava dai cieli, e contemporaneamente un’apertura rispetto alle rivelazioni dal basso. Nelle antiche forze sibilline si scorgeva l’illecito elemento luciferico proveniente dall’alto, e questo stato di cose aveva dovuto affermarsi per un certo tempo sulla Terra, e cioè fino all’incarnazione del Cristo in Gesù di Nazaret. Allora ciò che proveniva dall’alto si cristianizzò. Le forze delle costellazioni erano compenetrate dalle forze del Cristo, e di nuovo si poteva guardare verso l’alto, perché qualcosa di diverso era scaturito dall’unione del Signore della Terra con la Madre lunare. Il Cristo era infatti divenuto il Signore della Terra, lo spirito della Terra… E si era effuso nell’aura della Terra.

 

Se alle missioni mondane che si svolgevano alla corte di re Artù ci si poteva ancora accostare con le forze della Terra, alle nuove missioni, quelle del Graal, ciò non era più possibile. E chi non ne avesse tenuto conto e si fosse avvicinato ai segreti del Graal nel vecchio modo, doveva essere colpito da dolori. Così fu per Amfortas.

 

Invece per te, o Parsifal, poiché non avevi nulla in te di ciò che provocava diatribe teologiche esteriori, e poiché per il tuo karma potevi essere accolto dal Cristo, rapito insomma da quelle forze del “tempo di Saturno”, allorché Saturno e il Sole si trovano nel Cancro, per te fu diverso. E arrivando lì, tu portavi nel tuo profondo, assieme alla forza di Saturno, l’impulso del Cristo. Perciò la ferita di Amfortas doleva come mai prima.

 

Si annunciava così il tempo nuovo.

 

La tua interiorità era in rapporto con gli impulsi storici del profondo, compenetrati di impulsi cristiani, e dall’aura stessa del Cristo, anche quando tu non ne eri ancora cosciente. E ciò che in passato aveva guidato la storia dell’umanità dalle profondità del subcosciente doveva ora emergere a poco a poco. Perciò dovevi apprendere a poco a poco ciò che non può essere compreso se non con tali forze pure dell’interiorità, e che non sarà neppure mai più compreso mediante sapere tradizionale o erudizione.

 

Con quelle forze innocenti però lo si poteva e lo si può ancora scorgere.

 

Nel corso dei tempi è venuto manifestandosi, diventando cosa quotidiana... celeste Graal che esprime il tuo nome... reale rinnovamento, trasformazione aggiornata di ciò per cui a suo tempo aveva lottato l’antichità ebraica.

 

Davanti all’immagine della madre pensata verginale - in quanto umanità rigeneratrice dell’io non da carne e sangue - col Cristo sul suo grembo, sempre si darà il sentimento santo e la capacità di percezione del Graal.

 

Tutti gli dèi sono offuscati dalla sacra coppa, dalla Madre lunare ormai toccata dal Cristo, dalla nuova Eva, portatrice del Cristo, dello spirito solare.

 

Cos’era il Graal... cos’è, ma più ancora com’era... e come ancora oggi è...

 

E mentre ti allontanavi a cavallo dal castello del Graal e ti appariva la sposa con lo sposo morto, eri congiunto con inconsce forze solari... nel tempo di Pasqua... E l’eremita ti istruiva, quando l’immagine del Graal appariva nel cielo in scrittura stellare.

 

E ancora appare... a Ciaula ... mentre cavalchi ancora giorno e notte, contemplando di giorno la natura e di notte molto spesso il segno celeste del santo Graal, quella falce dorata contenente l’ostia, spirito solare...

 

Così veniamo preparati a comprenderne il segreto dalla consonanza di due icone: da un lato la madre verginale col figlio-sposo e dall’altro il segno di quella scrittura stellare.

 

Come allora in te l’impulso del Cristo compenetrando i destini della Terra cooperava con la scrittura stellare destinata a rinnovarsi, così è oggi per noi: tutto ciò ch’è compenetrato dal Cristo è affine alle forze stellari...

 

Per il fatto di essere arrivato in quel “tempo di Saturno”, rendesti più brucianti le ferite di Amfortas, che si trovava vicino al Graal nel modo sbagliato, esattamente come il prete d’oggi…

 

Cos’era il Graal... cos’è, ma più ancora com’era... e come ancora oggi è... perché quello che più importa non è più esprimere queste cose con queste o con quelle parole, con questa o con quella esegesi, con questa o con quella dottrina...

 

Ora è finito il tempo...

 

Al Graal ora non si può più arrivare con parole, ideologie, confessioni, partiti politici, o con raccolta di firme.

 

Solo se tutto ciò saprai trasformare in sentimento, solo se riesci a sentire che nel Graal sta esaustivamente il sacro, e che Eva, madre terrena e antica Luna, è quel sacro che oggi riappare rinnovato nella madre verginale del Signore e dello stesso dio JHWH nel Cristo, nuovo Signore della Terra, nella cui aura si effonde... sentirai confluire tutto ciò che, simbolizzato nella scrittura stellare, agisce dagli astri, nell’evoluzione terrestre dell’umanità...

 

Solo considerando tutto questo e sentendovi espressa l’armonia fra la storia umana e la scrittura stellare, riuscirai, o cercatore d’oro, a comprendere il mistero che vuole ancora esprimersi nelle parole confidate a Parsifal e che riecheggiano nella leggenda: ogni volta che muore un re del Graal, un custode veramente eletto del Graal, sul santo Graal appare il nome del suo degno successore. Là lo si deve leggere.

 

Così veniamo esortati a imparare nuovamente a leggere la scrittura delle stelle in forma nuova.

 

Devo sforzarmi di diventare degno di reimparare a leggere la rinnovata scrittura stellare.

 

Cerco pertanto di apprenderne la lettura nella forma in cui ora mi è offerta, perché in fondo l’insegnamento dell’evoluzione umana, attraverso i cosiddetti cicli di Saturno, Sole, Luna, Terra, fino a Vulcano, tutto questo non è altro che un leggere la scrittura stellare.

 

Devo però imparare in quali connessioni occorre decifrare oggi, quinta epoca, tale scrittura.

 

Diventiamone degni!

 

Non a caso infatti ci viene raccontato che il Graal è stato allontanato per un certo tempo dalla sua sede, e che per qualche tempo non fu più esteriormente percepibile.

 

Nuova ricerca del Graal è la sapienza che cerchiamo oggi in un linguaggio sempre più cosciente che ci riveli di nuovo il rapporto fra il terrestre e il celeste, senza dover ricorrere alle antiche tradizioni, e neanche alla tradizione antroposofica.

 

Osserva come Parsifal giunge al mistero del Graal e avrai la prospettiva del futuro.

 

Certo, quei segreti tornarono a rimanere nascosti, perché il popolo bue, cioè l’animale sociale, sempre più animale e sempre meno sociale, doveva prima ricercare il legame fra la terra e le potenze cosmiche nel campo più esteriore e superficiale, nel campo della scienza limitata agli aspetti più esterni delle cose. E ciò per divenire meno bue e più popolo.

 

Keplero scoprì leggi celesti meccanico-matematiche, ma ciò che vi aveva aggiunto compenetrato dell’impulso del Cristo, dovette cadere nuovamente nell’inconscio del popolo bue.

 

Chi può parlare oggi della triarticolazione dell’organismo sociale, comunicando quello che sa dell’evoluzione terrestre e dei suoi rapporti col cosmo, deve dire anzitutto grazie a Keplero.

 

Così parlava Keplero:

 

“Come ad esempio nell’universo esistono tre cose immobili: il Sole, le stelle fisse e l’elemento intermedio, mentre tutto il resto si muove; così avviene nell’unico Dio: Padre, Figlio e Spirito. Anche la sfera rappresenta la Trinità: il Padre è il centro, il Figlio la superficie, lo Spirito l’equidistanza del centro dalla superficie, cioè il raggio; e così pure per altri misteri. Senza spiriti e anime non vi sarebbe armonia in nessun luogo. Nelle anime umane si trovano predisposizioni armoniche delle specie più diverse. La Terra intera è animata, e in tal modo si genera la grande armonia, tanto sulla Terra, quanto fra essa e gli astri. L’anima della Terra agisce in tutto il corpo terrestre, pur avendo la sua sede in una determinata parte di esso, come l’anima umana nel cuore; e da quella sede, come da un punto focale o da una sorgente, si dipartono i suoi effetti sull’oceano e sull’atmosfera terrestre. Da ciò la simpatia fra la Terra e gli astri, da ciò gli eventi naturali periodici. Che la Terra possieda veramente un’anima è dimostrato nel modo più chiaro dall’osservazione dei fatti meteorologici e delle situazioni che li determinano. In certe condizioni e situazioni astronomiche l’aria diventa sempre agitata; se quelle non si verificano, o in misura lieve o passeggiera, l’aria rimane tranquilla.

Questi e innumerevoli altri fenomeni che si verificano nella e sulla Terra, sono talmente regolari e misurati, da non poter essere attribuiti a una causa cieca; e poiché i pianeti stessi nulla sanno degli angoli che i loro raggi formano sulla Terra, la Terra deve avere un’anima. La Terra è un essere animato. Si potranno constatare in essa tutte le cose che sono analoghe alle parti di un corpo animale. Le piante e gli alberi sono il suo pelo, i metalli le sue vene, l’acqua marina la sua bevanda. La Terra ha una forza formativa, ha una specie di immaginazione, ha un moto, ha certe malattie, e le maree corrispondono alla respirazione degli animali. L’anima della Terra sembra essere una specie di fiamma: da ciò deriva il calore sotterraneo e alla stessa causa si deve il fatto che non vi è riproduzione senza calore. Una certa immagine dello zodiaco e di tutto il firmamento è stata impressa da Dio nell’anima della Terra”.

 

Quest’immagine dello zodiaco fu impressa nell’anima della Terra, nella sua aura...

 

E poco a poco conquisteremo l’altra parte della concezione kepleriana del mondo: quella che dovette rimanere per un certo tempo nelle profondità incoscienti del popolo bue, ma che mostra chiaramente che la cosmologia che oggi siamo in grado di delineare rappresenta un compimento, un avverarsi.

 

Il monito che ci perviene dal santo Graal è: ricercate nella profondità del popolo... la gente è mite… il bue è mite... il popolo è buono... ricercate la sapienza che si nasconde nella sua antropologia... ricercate l’antroposofia e continuate a cercare...

 

Guardiamo la nostra “vecchia Europa”, occidente dei tempi antichi, guardiamo ai tempi pre e post atlantici, osservando i ricordi che dell’Atlantide emersero nei tempi postatlantici: scopriremo che nella civiltà greca, nel culto di Apollo, vi è un’ultima eco di quell’antichissimo evento, quando fu compenetrato dal Cristo nei mondi superiori il futuro Gesù natanico, l’essere che più tardi discenderà per compiere il mistero del Golgota, il Gesù natanico compenetrato dal Cristo.

 

Se osserviamo quegli eventi possiamo chiederci da dove provenne il Cristo.

 

Quale fu il suo cammino, per discendere dall’alto e diventare il Signore della Terra?

 

Venne dall’occidente verso l’oriente, e poi di nuovo si mosse da oriente verso occidente e discese nel suo involucro esteriore dalla sfera delle gerarchie superiori. Gli esseri stessi delle gerarchie superiori lo portarono giù. E Lui era parte di loro.

 

E tu, o Parsifal, ce lo ricordi bene nella leggenda: una schiera di angeli portò a Titurel il santo GraaI, vero mistero del Cristo Gesù, mistero del rapporto fra il Signore della Terra e la madre verginale, e una schiera di angeli lo attende di nuovo nella sfera delle gerarchie superiori.

 

Se lo ricerchiamo in quella sfera, comprendiamo il senso vero della ricerca moderna e, progredendo gradualmente sempre più oltre, sentiamo di comprendere il rapporto dell’aspetto stellare del Graal con l’aspetto umano del Graal stesso della madre legata a Gesù, al Cristo.

 

Il mio auspicio è che tutte le confessioni religiose sparse nel mondo si possano un giorno davvero ritrovare insieme... Ognuno sia libero di giudicare da sé su questo punto. E così pure ognuno possa riflettere per conto suo, se la ricerca del santo Graal è qualcosa di ecumenico o no...

 

Certo chi vuole ancora essere aggrappato a limitate concezioni confessionali di superficie e all’aspetto esteriore e materiale delle reali azioni del Cristo che sono invece di natura spirituale, farà più fatica a capire, oppure si sentirà male come Amfortas… o come tutti i rappresentanti della classe dirigente delle potenze occidentali in cui vive ancora purtroppo l’arabismo della normatività moralistica e dell’economicismo.

 

O Parsifal condotto dal tuo karma verso le azioni spirituali del Cristo, costituisci dunque un grande modello per l’unificazione delle religioni sulla Terra.

 

La prosecuzione della tua leggenda dice che per il tempo in cui il Graal divenne invisibile nella nostra vecchia Europa, esso fu portato nel regno del Prete Gianni, quel regno che si trovava al di là delle terre raggiunte dai crociati.

 

E all’epoca delle crociate si venerava ancora la sfera del Prete Gianni, il successore di Parsifal.

 

E per il modo in cui si cercava quella sfera, bisogna dire che, anche se ci si esprimeva in formule geografiche terrestri, la sede di questa nuova figura di prete non può certo trovarsi sulla Terra.

 

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(1) “Riddarsögur”, Kölbling, Strasburgo, 1872, saga nordica (norvegese) di Parsifal.

(2) cfr. Parzifal di Wolfram von Eschenbach, 453/23.

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2 aprile 2012 1 02 /04 /aprile /2012 15:05

Questa canzone fu creata nel 2004 per divulgare un'importante riflessione di Giacinto Auriti, nella quale si comprende come siano giuridicamente "imparentati" aggiotaggio e signoraggio.

Infatti Calisto Tanzi non fece altro che copiare l'esempio dei banchieri, perché creò, con falsi in bilancio, valori monetari, usando come riserva l'illusione della stessa, proprio come fanno i banchieri.

In altre parole, il "gioiellino" di Tanzi funzionò fintanto che resse il cordone ombelicale che lo collegava alla Banca Centrale. Tagliato il cordone, la truffa fu scoperta. Calisto Tanzi fu condannato ma i banchieri, che continuano tale truffa, no.

Come mai?

Nessuno lo sa.

Eppure tutti, oggi 2012, dobbiamo pagare le tasse di Monti, causate dal debito, a sua volta causato dalla truffa dei banchieri...

[Vedi anche, a questo proposito, la pagina "Dietro l'assassinio di Gheddafi"]

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1 aprile 2012 7 01 /04 /aprile /2012 10:26

Il “Padre Nostro” è una preghiera terapeutica in quanto riassume tutte le preghiere a partire dai primordi dell’umanità fino all’incarnazione dell’io. Quest’ultima inizia circa duemila anni fa ma gli ultimi eventi politico-confessionali dimostrano che essa è stata bloccata, impedita, dato che siamo riusciti a crocifiggere non solo il corpo ma anche lo spirito del cristianesimo, quello che avrebbe potuto fare a meno di ogni tipo di comunismo, socialismo, statalismo, ecc.

Recitare il Padre Nostro è dunque sempre terapeutico per tutti. Conoscerlo nella struttura delle sue sette parti (quattro relative alla terra e tre al cielo) significa sapere il perché di questa terapia.

L’uomo ha una natura duplice formata da sette parti, quattro in basso e tre in alto (vedi la figura sottostante).

 Per osservarla occorre innanzitutto osservare quattro elementi: corpo fisico, vitalità, attività interiore-esteriore, ed “io”. Due di questi elementi sono detti antroposoficamente (intendo per “antroposofia” la sapienza dell’uomo antropologicamente inteso) “corpo eterico” e “corpo astrale” però in genere preferisco non usare questi termini che sento come settari. Qui invece li userò come termini secondari rispetto a quelli primari, e cioè rispettivamente come vitalità e come attività interiore-esteriore (o anima).

Il rapporto fra il quadrato ed il triangolo in questa figura schematica è in fondo quello che lo Spirito Santo opera subconsciamente o consapevolmente durante la recitazione del Padre Nostro. Personalmente lo recito interiormente d’abitudine ogni sera per addormentarmi, e mi è difficile addormentarmi subito senza questa abitudine.

 All’interno dell’io, l’uomo ha poi i rimanenti altri tre elementi che riguardano la sua disposizione per il suo avvenire. Nella terminologia sanscrita sono detti “manas”, “budhi”, ed “atma”, vale a dire l’“io spirituale”, lo “spirito vitale” e l’“uomo spirituale” (1).

 

padre-nostro.gif

 “Liberaci dal male” fa passare dall’io ordinario all’io superiore (o spirituale, o Manas). Per questa liberazione occorre agire sulle “tentazioni” in modo da svincolarcene, mutando le abitudini negative in abitudini positive. Il “corpo” delle “abitudini” o dei “debiti” contratti (o karmici) è quello della vitalità, che così si trasforma pian piano in vitalità spirituale, trasformando così anche il corpo fisico. Questa trasformazione del corpo fisico è quella dell’uomo spirituale connesso alla “volontà”. In altre parole, come il “pane” nutre il corpo fisico e vitale, così le migliori abitudini nutrono la vitalità spirituale e l’uomo spirituale attraverso l’io superiore o spirituale. Il punto di partenza degli effetti della recitazione del Padre Nostro e dell’evoluzione dell’uomo è quello del vincere le tentazioni. Lavorare su noi stessi non è semplice, ma è possibile, ed ogni volta che si riconosce la difficoltà già si è sulla via giusta. 

 In ogni caso, per conoscere giustamente il legame fra le due nature sopra accennate occorre conoscere alcuni dati essenziali.

 L’io vive innanzitutto nell’attività interna-esterna o anima. 

 Sebbene la più alta manifestazione dell’“io” appartenga all’anima cosciente, va tuttavia detto che, irradiando da questa, l’“io” pervade tutta l’anima, e attraverso di lei agisce sul corpo. Nell’“io” è vivente lo spirito (intendo per spirito ciò che è immateriale). Lo spirito si irradia nell’“io” e vive in esso come nel suo involucro. Allo stesso modo l’“io” ha come suoi involucri il corpo e l’anima nei quali vive. Lo spirito forma l’“io” dall’interno all’esterno; la materia lo forma dall’esterno all’interno. Alla spiritualità formatrice dell’“io”, e vivente quale “io’; si da’ qui il nome di IO SPIRITUALE (o sé spirituale), perché si manifesta come “io” (o “sé) dell’uomo. Ci sì può spiegare la differenza tra “io spirituale “ e “anima cosciente” come segue: l’anima cosciente entra in contatto con la verità, indipendente da qualsiasi simpatia e antipatia, ed esistente di per sé; l’“io spirituale” porta in sé la stessa verità, ma accolta e abbracciata dall’“io”, che la individualizza e l’assume nell’essere autonomo dell’uomo. Per il fatto che la verità eterna si è in tal modo individualizzata e congiunta in un medesimo essere con l’“io”, l’“io” stesso consegue l’eternità.

L’“io spirituale” è una manifestazione del mondo spirituale entro l’“io”, come dall’altro lato la sensazione è una manifestazione del mondo fisico entro l’“io”. In ciò che è rosso, verde, chiaro, scuro, duro, molle, caldo, freddo, si riconoscono le manifestazioni del mondo corporeo; in ciò che è vero e buono le manifestazioni del mondo spirituale. Nello stesso senso in cui le manifestazioni del mondo corporeo sono chiamate sensazioni, le manifestazioni di quello spirituale si possono chiamare intuizioni, Il pensiero più semplice contiene già intuizione, perché non può essere toccato con le mani né visto con gli occhi: bisogna riceverne la rivelazione dallo spirito attraverso l’“io”.

Se un uomo meno evoluto e un altro più evoluto guardano una pianta, nell’“io” del primo vive qualcosa di molto diverso che nell’“io” del secondo. Eppure le sensazioni di entrambi sono suscitate dal medesimo oggetto. La differenza sta nel fatto che il secondo può formarsi intorno all’oggetto pensieri ben più perfetti. Se gli oggetti si manifestassero soltanto attraverso la sensazione, non potrebbe esserci progresso nell’evoluzione spirirituale. La natura è sentita anche dal selvaggio; le leggi della natura si rivelano soltanto al pensiero, fecondato da intuizione, dell’uomo più evoluto. Anche il bambino sente gli incitamenti del mondo esteriore come stimoli della volontà; però le leggi di ciò che è moralmente buono gli si schiudono solo nel corso del suo sviluppo, a misura che egli impara a vivere nello spirito e a comprenderne le rivelazioni.

Come senza l’occhio non ci sarebbero sensazioni di colore, così senza il pensare superiore dell’“io spirituale” non ci sarebbero intuizioni. E come la sensazione non crea la pianta su cui appare il colore, così l’intuizione non crea lo spirito, di cui da’ solo notizia.

Mediante intuizioni, l’“io” umano che vive nell’anima attinge messaggi dall’alto del mondo spirituale, così come mediante le sensazioni attinge messaggi dal mondo fisico. Allo stesso modo l’“io” dell’uomo fa diventare vita dell’anima il mondo spirituale, come attraverso i sensi fa diventare vita dell’anima il mondo fisico. L’anima, o meglio l’“io” che risplende in essa, apre le sue porte da due lati: verso il mondo corporeo e verso quello spirituale.

Come il mondo fisico può dare nozione di sé all’“io” solo edificando con le sue materie e forze un corpo in cui l’anima consapevole può vivere, e in cui possiede organi capaci di percepire il mondo corporeo esteriore, così pure il mondo spirituale, con le sue materie e forze spirituali, edifica un corpo spirituale in cui l’“io” può vivere e, per mezzo di intuizioni, percepire lo spirito. (È evidente che le espressioni “materia spirituale” e “corpo spirituale”, prese alla lettera, racchiudono una contraddizione. Vanno adoperate quindi solo allo scopo di indirizzare il pensiero a ciò che nel mondo spirituale (o mondo immateriale) corrisponde al corpo fisico dell’uomo).

E come il singolo corpo umano viene edificato nel mondo fisico quale entità distinta, così il corpo spirituale lo è nel mondo spirituale. Nel mondo spirituale esiste per l’uomo un “dentro” e un “fuori”, come in quello fisico. Come l’uomo trae dall’ambiente fisico le materie e poi le elabora nel suo corpo fisico, così trae dall’ambiente spirituale la spiritualità e se l’appropria. Lo spirito è l’alimento eterno dell’uomo. E come l’uomo è nato dal corpo fisico, così egli nasce dallo spirito in virtù delle eterne leggi della verità e del bene. L’uomo è separato dal mondo spirituale esistente fuori di lui così come, in qualità di essere indipendente, è separato dal mondo fisico. Questa entità spirituale autonoma può essere chiamata UOMO SPIRITUALE.

Se esaminiamo il corpo fisico umano, troviamo in esso le medesime materie e forze che esistono nel circostante mondo fisico. Lo stesso accade anche per l’“uomo spirituale”. In lui pulsano gli elementi del mondo spirituale esteriore (per esempio gli “io” dei suoi simili); e in lui sono attive le forze del restante mondo spirituale. Come un essere dotato di vita e sensazione è limitato in se stesso da una pelle fisica, così l’essere spirituale è limitato da una “pelle spirituale”. Questa “pelle spirituale” che separa l’“uomo spirituale” dall’insieme del mondo spirituale e ne fa, entro quel mondo, un essere spirituale indipendente che vive in se stesso e che percepisce intuitivamente il contenuto spirituale del mondo, può essere chiamata involucro spirituale (o involucro aurico). Bisogna però tener presente che questa “pelle spirituale” si dilata continuamente col progresso dell’evoluzione umana, di modo che l’individualità spirituale dell’uomo (il suo involucro aurico) è capace di una espansione illimitata.

Entro questo involucro spirituale vive l’“uomo spirituale”. L’uomo spirituale è edificato da vitalità spirituale nel medesimo senso in cui il corpo fisico è edificato da vitalità fisica. Analogamente a come si parla di un corpo vitale (o eterico), si parlerà, in relazione con l’“uomo spirituale”, di vitalità. Questa vitalità spirituale può essere chiamata SPIRITO VITALE.

L’entità spirituale dell’uomo si suddivide dunque in tre parti: uomo spirituale, spirito vitale e io spirituale.

La differenza tra l’entità spirituale dell’uomo e quella fisica sta nel fatto che l’entità fisica ha grandezza limitata, mentre quella spirituale può crescere illimitatamente. Quanto è assorbito come alimento spirituale ha infatti un valore eterno. L’aura umana è dunque costituita di due parti che s’interpenetrano. Ad una da’ colorito e forma l’esistenza fisica dell’uomo; all’altra la sua esistenza spirituale.

L’“io” segna la separazione fra le due parti, in quanto il fisico si offre nel modo che gli è proprio, ed edifica un corpo nel quale può vivere un’anima; e l’“io” si offre a sua volta e fa sì che in lui viva lo spirito il quale, dal canto suo, compenetra l’anima e le assegna la mèta del mondo spirituale. Mediante il corpo, l’anima è chiusa nel fisico; mediante l’uomo spirituale le crescono le ali per muoversi nel mondo spirituale.

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(1) I primi quattro elementi della nascosta struttura umana sono dunque il “corpo fisico”, la “vitalità” (o “corpo eterico), l’”attività interna ed esterna” (o “corpo astrale”) e l’”io”.

CORPO FISICO

Per illuminare il concetto di questa parte dell’entità umana occorre rivolgere anzitutto l’attenzione al fenomeno che si presenta come il grande enigma in ogni osservazione della vita: la morte, e,  conseguentemente, alla cosiddetta natura inanimata: il regno minerale, che sempre porta la morte in sé. Il corpo fisico è quello in cui l’uomo è simile al mondo minerale; non può dunque considerarsi corpo fisico ciò che differenzia l’uomo dal minerale. Solo al sopravvenire della morte risulta evidente quella parte dell’entità umana che è della stessa natura del mondo minerale. Si può indicare il cadavere come quella parte dell’uomo che, dopo la morte, è soggetta a processi che si svolgono nei mondo minerale. In questa parte costitutiva della natura umana,  quella fisica, sono attive le stesse sostanze e le stesse forze del regno minerale. Ma con la morte il corpo fisico entra in decomposizione. Certamente nel corpo fisico dell’uomo sono attive le stesse sostanze e forze del mondo minerale, ma durante la vita la loro attività è messa al servizio di qualccosa di più elevato. Agiscono conformemente al mondo minerale solo quando interviene la morte: solo allora entrano in gioco come è loro proprio, in conformità della loro natura, cioè come dissolvitrici della FORMA del corpo fisico.

VITALITÀ (o corpo eterico)

È quell’elemento nascosto che nel corpo fisico lotta senza tregua contro la decomposizione. Anche se questo lo si può osservare solo per mezzo della visione superiore (o soprasensibile, o intuitiva, che TUTTI hanno, anche coloro che non ne vogliono sapere di riconoscerla in senso scientifico), nei suoi effetti è chiaramente evidente anche per un giudizio limitato alle cose manifeste. Tali effetti si esprimono nella FORMA o figura, secondo cui sono connesse, durante la vita, le sostanze e le forze minerali del corpo fisico. Questa forma scompare a poco a poco, e il corpo fisico diviene parte del mondo minerale quando interviene la morte. Ma la visione soprasensibile può osservare nell’uomo, come elemento costitutivo a sé, ciò che durante la vita impedisce alle sostanze e alle forze fisiche di seguire le proprie vie, che conducono alla dissoluzione del corpo fisico. La “vitalità” (o “corpo vitale” o “corpo eterico”) è questo indipendente elemento. La parola “etere” usata qui da Steiner è intesa in un altro senso da quello che le da’ la fisica odierna. Questa chiama etere, ad esempio, il mezzo in cui si propaga la luce. Qui la parola è invece applicata a ciò che, accessibile alla visione superiore, si rivela all’osservazione dei sensi solo nei suoi effetti, vale a dire in quanto  da’ una determinata forma o figura alle sostanze e alle forze minerali presenti nel corpo fisico. (Anche la parola “corpo” non deve essere fraintesa. Per indicare le cose più alte dell’esistenza bisogna pur sempre avvalersi delle parole del linguaggio ordinario; e queste, quando si tratta di osservazioni dei sensi, esprimono solo la parte sensibile, fisica. In senso fisico il “corpo eterico” non è naturalmente niente di corporeo, per quanto tenue ci si possa immaginare un corpo. Con la denominazione di “corpo eterico”, “corpo vitale”, non s’intende ovviamente neanche alludere o rinnovare la concezione, scientificamente superata, dell’antica “forza vitale” del “vitalismo”).

ATTIVITÀ INTERNA-ESTERNA (o corpo astrale)

Dalla vitalità, l’osservazione soprasensibile sale a considerare una terza parte costitutiva dell’entità umana. Tale osservazione richiama l’attenzione non sul fenomeno della morte, come per la vitalità, bensì sul fenomeno del sonno. Tutto il lavoro umano, per quanto riguarda la sfera del visibile, si fonda sull’attività allo stato di veglia. Questa attività è però possibile solo quando l’uomo ricostituisca periodicamente per mezzo del sonno le sue forze esaurite. Nel sonno scompaiono l’azione e il pensiero; dolore e piacere si perdono per la vita cosciente. Come da una occulta misteriosa sorgente, al risveglio dell’uomo le forze coscienti risorgono dall’incoscienza del sonno. È la medesima coscienza che all’addormentarsi discende nelle oscure profondità e riemerge al risveglio. Ciò che ridesta continuamente la vita fuori dallo stato d’incoscienza è dal punto di vista della conoscenza soprasensibile la terza parte costitutiva dell’uomo: l’“attività interna-esterna” (o “corpo astrale”). Si tratta dell’anima, dato che “anima” appunto la forma della vitalità. Come il corpo fisico non può conservare la sua forma per mezzo delle sostanze e delle forze minerali che si trovano in lui, ma deve essere compenetrato dalla vitalità per conservarsi, così le forze del corpo eterico non possono di per sé illuminarsi con la luce della coscienza. Una vitalità che dipendesse solo da se stessa, dovrebbe trovarsi permanentemente in stato di sonno, cioè potrebbe intrattenere nel corpo fisico solo un’esistenza di pianta. Invece la vitalità desta è sempre illuminata da un’attività interiore-esteriore che è l’anima (o corpo astrale). Per l’osservazione dei sensi l’effetto dell’anima scompare quando l’uomo s’immerge nel sonno. Per l’osservazione soprasensibile, l’anima è invece sempre esistente, anche se appare separata o al di fuori della vitalità. In verità, l’osservazione dei sensi non riguarda l’anima, ma solo i suoi effetti su ciò che è manifesto; e questi durante il sonno non sono direttamente esistenti. Nello stesso senso in cui l’uomo ha in comune minerali il corpo fisico e con le piante la vitalità (o corpo eterico), così ha l’attività interna-esterna (o corpo astrale) in comune con gli animali. Le piante sono permanentemente in uno stato di sonno.

IO

La quarta parte costitutiva, che la conoscenza soprasensibile assegna all’uomo, non ha più niente di comune col mondo visibile che circonda l’uomo, ma è ciò che lo distingue di fronte agli altri esseri che vivono con lui. Questa quarta parte è ciò per cui egli è la corona della creazione a cui appartiene. Se l’anima (o corpo astrale) fosse lasciata a se stessa, si svolgerebbero in lui i sentimenti di piacere e di dolore e le sensazioni di fame e di sete, ma non si svilupperebbe la sensazione che in tutto ciò vi è qualcosa che permane. Ciò che permane, di per sé, non è l’“io”. L’io è il soggetto di tale permanere: l’io è ciò che sperimenta la sensazione di qualcosa che permane. Memoria e oblio rappresentano per l’“io” qualcosa di analogo a quel che veglia e sonno rappresentano per l’attività interna-esterna (o “anima”, o “corpo astrale”). Come il sonno fa scomparire nel nulla le preoccupazioni e i tormenti del giorno, così l’oblio distende un velo sopra le brutte esperienze della vita cancellando così una parte del passato. E come è necessario il sonno per il recupero delle forze vitali esaurite, così è necessario che l’uomo sopprima dalla memoria certe parti del passato, per poter affrontare nuove esperienze liberamente e senza preconcetti. Precisamente: dal dimenticare cresce in lui vigore per la percezione di cose nuove.

IMPORTANTE: in tutto il campo del linguaggio vi è un unico nome che per la sua essenza si distingue da tutti gli altri nomi: il nome “io”. Ogni altro nome può essere dato alla cosa o all’essere cui si riferisce da CHIUNQUE. “Io”, come indicazione di un essere, ha senso soltanto se quell’essere lo adopera per indicare se stesso. La parola “io” non può mai penetrare dal di fuori nell’orecchio di un essere umano come suo appellativo; solo l’essere stesso può applicarla a sé. “Io sono un io solo per me; per ogni altro sono un tu, ed ogni altro è per me un tu”. Questo fatto è l’espressione esterna di una verità di profondo significato. L’essenza propria dell’io è indipendente da tutto ciò che è esterno; per questa ragione non può essere chiamato col suo nome da niente che gli sia esterno. Le confessioni religiose, che coscientemente hanno conservato la loro connessione con la visione soprasensibile, chiamano la parola “io” il “nome impronunziabile di Dio” perché, quando si usa questa espressione, si allude proprio al fatto ora accennato. Niente di esterno ha dunque accesso a quella parte dell’anima umana di cui qui si parla. L’“io” è il “santuario nascosto” dell’anima, in cui può riuscire a penetrare solo un essere che sia della sua natura. “Il Dio che abita nell’uomo parla quando l’anima stessa si riconosce come io”.

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31 marzo 2012 6 31 /03 /marzo /2012 12:43

Commento di Aurelia (1) a "Robinson del 30/03/2012"
31 MARZO 2012 AT 09:58
Mah! Che dire… Io rimango sempre esterrefatta quando sento dire che tutti dovrebbero pagare le tasse al posto di dire che NESSUNO dovrebbe pagarle. Caro Leonardo ti faccio i miei complimenti per i tuoi interventi ma lì ci voleva uno psichiatra! Tutti i tartassati felici di esserlo a mio parere non sono altro che affetti da malattia mentale e anche pericolosi perché sono a piede libero. Figurati che qui nel piacentino stanno facendo una campagna a favore delle tasse in tutte le scuole elementari con tanto di articolo sul giornale che ne elogia l’utilità! Per fortuna che io invece ho avuto una maestra che in primavera portava sempre in classe i fiori e che ci raccontava che il suo fiore preferito era il fiordaliso, che ci faceva cantare e che ci dava i confetti colorati…

(1) La voce femminile del video "La banda della maiala"

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31 marzo 2012 6 31 /03 /marzo /2012 11:04

cristo-re.jpgIn base a una vecchia pagina parecchi tanti anni fa in merito ai tre concetti ebraici di anima, recentemente ripubblicata qui, sono stato invitato all’ascolto di una conferenza intitolata “Che immagine avete di Gesù? La Bibbia rivela che Gesù ora è un Re potente…”.

 

Questo però è un invito accalappiacani, cioè accalappia-fedeli di tipo confessionale. Ed il confessionalismo appartiene ancora al secondo millennio, non al terzo in cui stiamo vivendo.

 

Perché?

  

Perché se considero le tre caratteristiche del popolo del Cristo, del popolo delle chiese e del popolo delle logge, so già in anticipo che ogni chiesa considera Gesù un Re, ogni loggia lo considera maestro e ogni scienza dello spirito, appunto, uno spirito (per spirito intendo l’immateriale involucro dell’io umano presente in ogni essere umano). E poiché non mi interessano le chiese in quanto hanno fatto tutte il loro tempo nel 2° millennio, ed ora siamo nel 3°, so già in anticipo che esse non hanno nulla da offrire a me uomo del terzo millennio.

 

La questione del “Cristo Re” è ben argomentata e dimostrata da Steiner con molti esempi storici e culturali nella 9ª conferenza del ciclo “Lo studio dei sintomi storici”, che tenne a Dornach il 3 novembre 1918, che sintetizzo come segue con le sue stesse parole: “se cerchiamo la realtà dietro ciò che molto spesso è apparenza, possiamo dire, per il popolo del Cristo: Cristo è lo spirito; in sostanza cioè egli non ha nulla a che fare con un qualsiasi ordinamento sul piano fisico. Esiste soltanto il mistero che egli una volta sia stato presente in una figura umana. Per il popolo della Chiesa possiamo dire: Cristo è un re. L’espressione potrà venire sfumata più o meno, ma resta: Cristo è il re. Essa continua a vivere pure nel popolo delle logge, ma si modifica per divenire: Cristo è il maestro” (R. Steiner, “Lo studio dei sintomi storici”, Milano, 1961, p. 204).

 

Se ben notate, la festa di Cristo Re è la festa della Chiesa nella quale il Cristo appare materialmente come “corpo”.

 

Ma la materializzazione del Cristo come corpo è per me qualcosa di comico esattamente come l’anagramma di corpo che è porco! Oggi addirittura le chiese tendono a non distinguere più nemmeno la differenza fra Gesù e Cristo. Gesù era il portatore del Cristo, ed anticamente si diceva “Gesù, detto il Cristo”, proprio perché il Cristo era un nome tecnico, la cui radice “cri” è in greco la stessa di “crisalide”, vale a dire la ninfa della farfalla, l’animale che vive nel luminoso elemento aereo dopo aver vissuto in quello terrestre come bruco. Dunque un nome tecnico per indicare la parte superiore dell’io umano che si andava incarnando proprio al tempo del sangue del Golgota. Il sangue fecondava la terra e l’io si incarnava. L’uomo non diceva più “il mio cuore dice” ma “io dico”. L’uomo non parlava più in terza persona come fanno ancora i bambini prima del terzo anno di vita, ma in prima persona. E se osservate quei tre anni e calcolate il tempo che intercorre dal battesimo di Gesù nel Giordano all’evento del sangue del Golgota, vedete che si tratta di un periodo temporale di circa tre anni, appunto.     

 

Quindi occorre “fermarsi” all’io (nel senso di approfondire sempre più il mistero di questa incarnazione) e dire “basta” alle confessioni religiose, perché esse hanno fatto il loro tempo.

 

Ecco perché la filosofia della libertà insegna che ricercare nel mondo qualcos'altro di comune, al di fuori del contenuto immateriale che il pensare ci fornisce, è sbgliato: tutti i tentativi tendenti ad un'altra unità universale che non sia quel contenuto, ottenuto per mezzo del pensare applicato agli oggetti delle nostre percezioni, sono fallimentari.

 

In tal senso Dio non può più fare da unità universale come nei tempi antichi, né l’energia o la materia, né la mera volontà senza idee, ecc. Tutte queste entità appartengono solo ad una zona limitata del nostro osservare. E sarebbe meglio non essere limitati…

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30 marzo 2012 5 30 /03 /marzo /2012 17:43

COP-CD-300x298.jpgQuesta sera, alle 21:05 su Rai3, Luisella Costamagna parlerà di tasse, evasione fiscale e molto altro con: Bruno Tinti, Leonardo Facco, Valentina Nappi, e Irene Pivetti.

Leonardo Facco è il fondatore del Movimento Libertario che si rifà alla "Scuola Austriaca", che come idea è abbastanza vicina a quella della triarticolazione sociale di Steiner, pur con alcune differenze da me non condivise dal punto di vista del concetto SCIENTIFICO di solidarietà (o fraternità). 

000-robogate.jpgL'economia è altresì solo un terzo dell'organismo sociale, così come nel campo della fisiologia umana il sistema nervoso è solo un terzo dell'organismo umano.

001 robogate2I rimanenti due terzi sono contemplati nella triarticolazione di Steiner rispettivamente come sistema respiratorio cardiocircolatorio per il diritto (Stato di Diritto) e come sistema metabolico per la cultura (libere scuole private dall'asilo fino alle università).

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29 marzo 2012 4 29 /03 /marzo /2012 14:19

Ripubblico, a gentile richiesta di Massimo Francese, la pagina del 23/10/2011 dal sito (ora rimosso) nereovilla.it

 

DIETRO L'ASSASSINIO DI GHEDDAFI VI È LO STATUS QUO DEL SIGNORAGGIO

E DEL DOMINIO PLANETARIO DEL DOLLARO

 

 

Gheddafi e la moneta aurea

 

 

Dietro la guerra in Libia vi era la volontà USA di mantenere il dollaro come moneta di scambio per il petrolio, dato che Gheddafi aveva annunciato di voler creare una nuova moneta aurea (il "dinaro africano") da sostituire al dollaro americano, appunto, per la contrattazione del greggio. La guerra fu dunque per mantenere così com'è il signoraggio internazionale ed il predominio del dollaro.

 

 Se la vera ragione della guerra in Libia si verificherà come questa DETERMINAZIONE DI STRONCARE PRIMA DELL'ATTUAZIONE il progetto di Gheddafi di introdurre il dinaro aureo come moneta comune africana, Gheddafi sarà annoverato nella storia della moneta al pari di Lincoln e Kennedy, entrambi assassinati  in quanto anch'essi volevano creare una nuova moneta svincolata dal monetaggio iniquo e forzoso, oggi detto "signoraggio". Gli assassini di costoro furono a loro volta assassinati dopo pochi giorni. L'assassinio di Gheddafi sarà invece motivato come umanitario dai guerrafondai, vale a dire i banchieri, della guerra alla Libia!

 

Monetaggio iniquo e forzoso fu dunque il concetto a fondamento della guerra in Libia.

 

Questo concetto, praticamente ignorato dal grosso pubblico, è trattato anche nel seguente vecchio video in dialetto arquatese nel quale mostro, attraverso la spiegazione della canzone "Seinsa cunision", come l'aggiotaggio e il monetaggio iniquo siano giuridicamente "imparentati":

 

[Spiegazione della canzone in dialetto arquatese:]

 

 

Il ragionamento di Gheddafi è molto semplice da ipotizzare: "Perché dobbiamo scambiare il nostro petrolio con della mera carta (cartastraccia, cioè cartamoneta creata dal nulla e priva di ogni garanzia aurea)? Nixon nel 1971 abolì non solo la conversione oro-dollaro ma addirittura la riserva aurea. Io dunque creo monete d'oro e pretendo oro da chi vuole comprare petrolio...!".

 

Stiamo dunque a vedere se, come, e quando, questa notizia diverrà informazione nei vari TG!

 

VEDI ANCHE:

http://www.nereovilla.it/gheddafi_contro_il_signoraggio.pdf 

 

"Qualcuno crede che sia per proteggere i civili, o per il petrolio, ma altri sono convinti che l’intervento in Libia ha a che fare con il progetto di Gheddafi per introdurre il dinaro d’oro, un’unica divisa africana fatta d’oro, una condivisione di valore reale.
"È una di quelle cose che devi progettare in gran parte al segreto perché, appena dirai che hai intenzione di passare dal dollaro a qualcos’altro, sarai considerato un obbiettivo da colpire", sono le parole del dottor James Thring, del Ministry of Peace & Legal Action Against War. “Ci sono state due conferenze che avevano questo come oggetto, nel 1986 e nel 2000, organizzate da Gheddafi. Tutti erano molto interessati, la maggior parte degli stati africani era entusiasta.”
Gheddafi non si è dato per vinto. Nei mesi che hanno portato all’intervento militare, ha chiamato a raccolta le nazioni africane e musulmane per creare insieme una nuova moneta che avrebbe rivaleggiato con l’euro e il dollaro. Avrebbero venduto il petrolio e le altre risorse in tutto il mondo solo in cambio di dinari d’oro.
È un’idea che avrebbe spostato la bilancia dell’economia mondiale.
Il valore di una nazione sarebbe così dipeso dall’oro nei propri forzieri e non da quanti dollari ha scambiato. E la Libia aveva 144 tonnellate d’oro. Il Regno Unito, ad esempio, ne ha il doppio, ma ha anche una popolazione di 10 volte maggiore.
“Se Gheddafi avesse l’idea di riprezzare il petrolio o qualsiasi altra cosa il paese riesca a vendere sul mercato globale e accettare qualsiasi altra divisa o addirittura lanciare una moneta d’oro, una mossa del genere non sarebbe certo ben accetta dall'élite al potere, che è responsabile del controllo delle banche centrali mondiali”, ha detto Anthony Wile, fondatore e editore capo del Daily Bell.
“Sì, sarebbe certamente un qualcosa che potrebbe provocare una sua immediata deposizione e la ricerca di altre ragioni che possano giustificare la sua rimozione dal potere.”
È già successo altre volte.
Nel 2000 Saddam Hussein annunciò che il petrolio iracheno sarebbe stato scambiato in euro, non in dollari. C'è chi motiva le sanzioni e la susseguente invasione con il fatto che gli Americani erano disposti a tutto per evitare che i paesi membri dell’OPEC usassero l’euro nel commercio del petrolio.
L’introduzione del dinaro d’oro avrebbe serie conseguenze per il mondo finanziario internazionale, ma darebbe anche molto potere ai popoli d’Africa, una cosa che gli attivisti di colore ritengono gli Stati Uniti vogliano evitare a ogni costo.
“Gli Stati Uniti hanno negato l’autodeterminazione degli africani all’interno del suo territorio, e allora non siamo sorpresi da qualsiasi cosa gli Stati Uniti facciano per ostacolare l’autodeterminazione degli africani nel proprio continente”, dice Cynthia Ann McKinney, un’ex componente del Congresso USA.
L’oro del Regno Unito è tenuto in un deposito sicuro nelle profondità della Banca d’Inghilterra. Ma come nella maggior parte dei paesi sviluppati, non ce n’è abbastanza per tutti.
Ma questo non è il caso di paesi quali la Libia e molti di quelli del Golfo.
Un dinaro d’oro darebbe ai paesi africani e mediorientali ricchi di petrolio la forza di prendere di petto i propri clienti affamati di energia e dirgli: “Spiacenti, il prezzo è rialzato, e noi vogliamo l’oro.”
Alcuni pensano che gli Stati Uniti e i suoi alleati nella NATO non si potrebbero permettere che ciò accada".

(fonte: http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=8270 e http://www.libreidee.org/2011/05/addio-dollaro-meglio-loro-e-gheddafi-firmo-la-sua-fine/)

 

"L’attuale crisi economica mondiale ha costretto una serie di governi a considerare l’introduzione di una valuta aurea interstatale, scrive sul suo blog l’oligarca minore russo Sterligov.
Da quando la Cina ha annunciato il conio dello yen d’oro, si sono alzate voci sul sistema aureo nel Medio Oriente. Il principale iniziatore del pagamento senza dollari né euro è il leader e guida della rivoluzione in Libia, il colonnello Muammar Gheddafi, il quale ha fatto appello al mondo arabo ed africano per adottare una valuta unica – il dinaro d’oro.
Su questa base finanziaria, il colonnello Gheddafi ha proposto di creare uno stato africano unico con popolazione araba e nero-africana che conti 200 milioni di persone.
L’idea di creare una singola valuta d’oro ed unire i paesi dell’Africa in un potente sistema federale è stata sostenuta attivamente nel corso dell’ultimo anno da una serie di stati arabi e da quasi tutti gli stati africani. Il Sud Africa e la Lega Araba, infestati dalla democrazia, si sono opposti all’idea.
Gli USA e l’UE hanno reagito in maniera molto negativa ad una tale iniziativa. Secondo il “presidente” francese sionista Sarkozy “i libici hanno attaccato la sicurezza finanziaria del genere umano”. I continui appelli del leader della rivoluzione libica hanno prodotto alcuni risultati: Gheddafi ha fatto sempre più passi avanti con lo scopo di creare un’Africa Unita.
Sono stati inventati due falsi motivi per coprire la vera ragione dell’attuale crociata cristiano-sionista contro la Libia: uno ufficiale – “difendere i diritti umani, e l’altro ufficioso – il tentativo di rubare petrolio alla popolazione libica. Entrambi questi motivi non superano l’esame.
La verità è che il colonnello Muammar Gheddafi ha deciso di ripetere i tentativi del generale francese De Gaulle di abbandonare l’uso di quella carta straccia americana chiamata “dollari” e tornare all’oro, cioè sta cercando di attaccare il principale potere della moderna democrazia sionista parassita – il sistema bancario" (fonte:
http://www.vitealternative.com/2011/03/29/la-libia-viene-bombardata-perche%E2%80%99-gheddafi-vuole-introdurre-il-dinaro-d%E2%80%99oro/).

 

NOTA di Giorgio Vitali: Pubblichiamo questa importante notizia che dimostra senza ombra di dubbio quali siano i sistemi di controllo globale. Apparentemente il sistema amerikano centrico si sostanzia di interventi militari (basi, centrali di spionaggio, azioni "speciali", basi di ascolto), ma la realtà del potere è costituita sul supersignoraggio del dollaro. Intendiamo per supersignoraggio la facoltà riservata al dollaro, e per lui alla FED, che è un Ente del tutto privato, di stampare cartamoneta indipendentemente dal suo valore e con essa imporre un sistema di scambi nei quali il valore reale delle merci prodotte non conta nulla, perchè modificando a piacimento il valore del pezzo di carta (stampato in dollari) si può modificare automaticamente il valore del prodotti e quindi anche della "forza lavoro" che l'ha prodotto. Questo è il senso delle decisioni prese nel 1971, con l'eliminazione del gold-standard. Aggiungiamo anche che tale decisione non giungeva a ciel sereno sulla base di particolari esigenze, ma era nei progetti IMPERIALI fin dal momento della creazione della FED. Abbiamo usato l'espressione di supersignoraggio del dollaro per descrivere una situazione nella quale, e per la quale, quello del dollaro è un signoraggio che si sovrappone a quello delle singole monete statali, compreso l'Euro. Trattandosi di pseudomonete cartacee completamente avulse dall'economia reale dei popoli che le devono pagare col signoraggio e con gli interessi (debito pubblico).
Ecco perchè qualsiasi tentativo di cambiare qualcosa contro il potere del dollaro trova tutto il sistema (cioè il sistema delle Organizzazioni sovranazionali, tipo Banca Mondiale o FMI), pronto a reagire violentemente. Ricordiamo che Saddam Hussein fu attaccato e ucciso proprio perchè intendeva vendere il proprio petrolio in Euro" (fonte:
http://fncrsi.altervista.org/Libia_viene_bombardata.htm).

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28 marzo 2012 3 28 /03 /marzo /2012 19:10

Ovvero: La Banda della Maiala

È la fabbrica dell'uomo stampino, o uomo polpetta.

Chi è costui?

È l'uomo del signorsì e del signoraggio come cosa buona e giusta, o come cosa che non esiste a priori.

È Deciomerdok, il gladiatore al contrario! ...che lotta NON per liberarsi ma per permanere schiavo, urlando: "Dateci il lavoro",  e gettandosi la cacca in faccia da solo!

La banda della Maiala è fatta di questi uomini...

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Presentazione

  • : Blog di creativefreedom
  • : Musicista, scrittore, studioso di ebraico e dell'opera omnia di Rudolf Steiner dal 1970 ca., in particolare de "La filosofia della Libertà" e "I punti essenziali della questione sociale" l'autore di questo blog si occupa prevalentemente della divulgazione dell'idea della triarticolazione sociale. http://digilander.libero.it/VNereo/
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