Il cuore del cretino antroposofico
Nereo Villa Opere
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Chi crede che una guerra possa diventare giusta chiamandola missione di pace è molto marcio.
Il "nominalista" crede possibile risolvere i problemi cambiando loro la forma nominale e rappresenta il "trasformista di Stato" che trasforma formalmente perfino i concetti del cambiamento evolutivo credendo di semplificarne l'attuazione.
Allo stesso modo nel campo dell'antroposofia steineriana, chi fa della "triarticolazione" sociale una semplice "tripartizione" diventa nemico dell'organismo sociale perché, impedendo di fare luce sulle dinamiche delle esigenze sociali dei nuovi tempi del terzo millennio, impedisce di superare il gattopardismo che dice: «Tutto deve cambiare perché tutto resti come prima».
Chi chiama "tripartizione" la "triarticolazione" sociale perché reputa il concetto fisiologico di "articolazione" poco adatto per la società o troppo poco materialistica la sua estensione all'"organismo sociale" si comporta esattamente come i "trasformisti di Stato" di cui sopra.
Non intendo mettere alcun veto all'espressione linguistica dialettica della tripartizione: ci mancherebbe altro... Ognuno può esprimersi come vuole. Anche Rudolf Steiner e Massimo Scaligero (che considerava Steiner il maestro dei nuovi tempi) usarono il termine "tripartizione", ma avevano certamente in mente la fisiologia del corpo sociale in analogia con la fisiologia del corpo umano.
Chi però afferma che la triarticolazione sociale è una semplice tripartizione, perché non vede - o addirittura nega - la differenza fra queste due denominazioni, dimostra - fino a prova contraria - di non volere affrontare come si deve la fisiologia dell'organismo umano, dalla quale il termine triarticolazione è preso per illuminare l'analogia con l'organismo sociale.
Questo allora è molto grave perché, così facendo, si arriva a parlare di questione sociale come in genere si parla di pompe per biciclette, bulloni, o di pancetta, culatello, ecc.
Esiste dunque anche un'ANTROPOSOFIA DELLA POMPA, così voglio chiamarla, che ostacola secondo me la conoscenza della triarticolazione nella sua concretezza, e che perciò la blocca culturalmente nel nascere.
In questa pagina sul cuore, farò quindi delle affermazioni che potranno anche sembrare scioccanti ma che reputo funzionali al chiarimento del problema.
Lo statalista ha il cuore-pompa perché continua a pompare nel mondo esterno sciocche parole imperialistiche adatte ad imperare nel cuore altrui per vincerlo e convincerlo alla propria dialettica.
Ci sono due tipi di uomini: quelli che hanno il cuore a pompa, e quelli che non lo hanno in quanto sono consapevoli che il loro cuore non è - né assomiglia a - un meccanismo.
Il maggiore filosofo della coscienza meccanica è Johann Gottlieb Fichte, il quale si servì dell'analogia dell'orologio meccanico per rappresentare la coscienza umana come intero organico che descrisse come "sistema compiuto e chiuso in sé" (J. G. Fichte, "Rendiconto chiaro come il sole al grande pubblico sull'essenza propria della filosofia più recente. Un tentativo di costringere i lettori a capire", § 212, Ed. Guerini e Associati, Milano, 2001). Nei due pesi e due misure di Fichte sempre presenti nella sua concezione politica vigeva da un lato una cosa e dall'altro il suo contrario. Infatti da una parte ciò che contava per lui non era lo Stato ma i singoli cittadini, proprio come contano i singoli ingranaggi in un orologio. Invece dall'altra parte ciò che contava per lui non erano i singoli ingranaggi, o i cittadini, ma l'orologio, cioè lo Stato.
Questo errore di prospettare la rappresentazione della coscienza umana come un meccanismo è predicato ancora oggi. Ne è un esempio l'oratore di professione Pietro Archiati che nelle sue prediche riprende spesso il medesimo prospetto espositivo di Fichte parlando però non di un orologio ma di un altro meccanismo: il trattore di suo fratello che avrebbe, secondo il suo vanto, smontato e intelligentemente rimontato secondo le istruzioni.
Mediante meccanismi però non si può rappresentare alcuna coscienza, alcun organismo, alcuna libertà ed alcuna triarticolazione. Cioè non si può rappresentare alcuna cosa vivente che non sia una trappola. Infatti la trappola che scatta e imprigiona il topo, anch'essa si "anima" meccanicamente, ma non si può per questo dire che sia qualcosa di vivente.
Insomma gli statalisti dal cuore-pompa non possono comprendere la triarticolazione e quindi… la insegnano.
Non possono comprenderla perché l'articolazione dello Stato di diritto, che dovrebbe articolarsi coi restanti altri due organi dell'organismo sociale, sistema economico e sistema culturale, sono l'esempio di un comportamento armonioso analogo a quello dei tre sistemi principali della fisiologia umana, che sono rispettivamente il sistema cardio-respiratorio per lo Stato di diritto, il sistema nervoso per l'economia, ed il sistema metabolico per la cultura.
Quando però la cultura è menzognera e proclama verità che sono invece meri pregiudizi, anche tutto il comportamento dell'organismo sociale ne soffre.
Per esempio, se la cultura di Stato (che non dovrebbe neanche esistere dato che lo Stato di diritto dovrebbe occuparsi solo di diritto e di uguaglianza, non di scuole né di sistemi scolastici) afferma che tutto il funzionamento fisiologico del corpo sano dipende dal cervello o dal cuore, cioè dal sistema nervoso o da quello cardio-circolatorio, ecco che tutta la concretezza dell'idea di Steiner sulla triarticolazione diventa un mero idealismo astratto, basato sull'errore culturale di far dipendere la salute dell'organismo umano da uno dei suoi tre principali sistemi e non dall'equilibrio armonico di tutti e tre. In tal modo la triarticolazione diventa una semplice tripartizione dei poteri priva della concretezza che ogni individuo potrebbe invece percepire già in se stesso, prima che nei libri su questo argomento.
Sembra proprio che il cretino non possa o non voglia comprendere la concretezza della triarticolazione in se stesso.
Soprattutto i sedicenti antroposofi parlano di tripartizione in modo esclusivamente ideologico, cioè senza sapere nulla della concretezza propria dell'idea di cui parlano.
Dicendo che anziché parlare di triarticolazione sarebbe meglio parlare di tripartizione dimostrano di non avere ancora percepita nella sua concretezza l'idea che vorrebbero divulgare. E fanno danni, dato che la concretezza che la triarticolazione esige è di tipo squisitamente fisiologico perché solo in tal modo può comprendere in sé le tre articolazioni, ognuna delle quali è articolata con le - E NON SEPARATA DALLE - altre due restanti!
Un esempio massimo di statalismo è l'attuale papa, che fa il farmacista "vendendo" come medicamento la confezione "Misericordina". Cos'è e a cosa serve la "medicina" della misericordia pubblicizzata dal Papa e distribuita in Piazza San Pietro? È la massima espressione dell'alienazione essenziale manifestata da un papa della chiesa cattolica: la confezione è quella tipica delle medicine, con tanto di avvertenza sul contenuto: "59 granuli intracordiali". All'interno, si trovano una corona del rosario - di plastica, mi fa oltretutto notare lo studioso Ivo Bertaina, amministratore del sito agribionotizie.it (1) -, un'immagine di Gesù misericordioso ed il classico foglietto con la posologia e le istruzioni per l'uso.
La "Misericordina", cioè il "kit" pubblicizzato dal papa e fatto distribuire da suore e volontari in migliaia di esemplari ai pellegrini presenti in Piazza San Pietro, è una bugia tipica della chiesa cattolica.
Infatti il "venditore", cioè il papa, che proclama la sua bontà dicendo: "Non dimenticatevi di prenderla, perché fa bene al cuore…", ecc., si guarda bene dal dire la verità riguardante la storia del rosario.
Non credo che un papa possa avere dimenticato come nacque il rosario.
E chi sa come nasce il rosario non può più dire alla gente "Prendete la misericordina perché fa bene al cuore". Solo un disonesto lo potrebbe, dato che il rosario nasce al tempo in cui il cristianesimo si era già espanso a macchia d'olio. Questo impulso aveva preso talmente piede nella gente che l'apparato dei predicatori della "qaal" (parola ebraica per "assemblea", "chiesa") non bastava più, dato che la spiegazione della preghiera biblica consistente nei 150 salmi, esigeva un impiego di "personale" di gran lunga molto più numeroso. Perciò dai 150 salmi da spiegare si passò ai Pater, Ave e Gloria, ecc., da recitare come orazioni, dieci per volta, fino a 150 volte complessive…
Ma a che serve ripetere orazioni o mantra se non di impedimento all'uomo nell'esercizio della sua vita di pensiero autonomo? Finché tu chiesa mi spieghi i salmi io posso anche recitarli in quanto faccio mia la sapienza che in essi si nasconde, però se tu mi fai recitare decine di volte tre o quattro orazioni, oltretutto oggi senza nemmeno spiegarne i caratteri di sapienza, mi costringi solo all'addormentamento della mia coscienza.
Nel foglietto illustrativo della "misericordina" è spiegato che per questa medicina non sono segnalate "controindicazioni", ma anche questa è una menzogna, dato che essa serve solo ad addormentare le coscienze.
E poi rimane la questione scientifica del cuore-pompa, che è un'altra menzogna, che stavolta però riguarda maggiormente i sedicenti antroposofi che si vantano della loro scienza spirituale mostrando però di non conoscere la questione e che, anzi, si guardano bene dal citarla dato che chiamano tripartizione la triarticolazione.
Uno dei grandi limiti al progresso della conoscenza della fisiologia del cuore è proprio l'idea meccanicistica, imposta dalla cultura di Stato, che assimila il cuore ad una pompa.
Piero Angela è stato un divulgatore indefesso di questo errore meccanicistico.
Con ciò si entra proprio nell'alienazione essenziale, generata da un pregiudizio fortemente ancorato nelle persone e molto difficile da abbandonare.
Prima di parlare di triarticolazione sociale, occorre dunque spiegare la logica di realtà per cui è vero che NON il cuore fa muovere il sangue, ma al contrario, IL SANGUE FA MUOVERE IL CUORE.
E lo voglio mostrare.
Il rapporto esistente fra le sostanze alimentari liquefatte e l'aria respirabile, cioè l'elemento gassoso assorbito dal polmone, è un'interazione dinamica del processo di scambio, i cui elementi costitutivi si incontrano e si accumulano nel cuore, precedendola, e nella quale il cuore - per chi lo osserva spassionatamente - non appare affatto una pompa ma tutt'al più - se proprio ce lo vogliamo rappresentare in modo materialistico o meccanicistico - come una diga: una "diga" avente da un lato le attività inferiori dell'organismo, cioè l'assorbimento e la trasformazione degli alimenti (metabolismo), e dall'altra parte le attività superiori (sistema nervoso centrale), nelle quali la respirazione occupa il posto meno elevato (sistema simpatico).
Il cuore è dunque uno sbarramento interposto, appunto, come una diga.
L'attività del cuore è infatti il risultato del gioco di forze fra corrente alimentare ed aria.
Tutto ciò che nel cuore si manifesta e che è osservabile può essere considerato esclusivamente come conseguenza di tale gioco di forze.
Si può allora affermare senza ombra di dubbio che il cuore è un organo di equilibrio, non una pompa.
Se il cuore fosse una pompa, si potrebbe sperimentalmente deviare la circolazione fuori di esso, e si dovrebbe constatare una sua diminuzione di attività o persino un suo arresto.
INVECE GLI ESPERIMENTI
[cfr.: Manteuffel-Szoege L., Gonta J., "Réflexions sur la nature des fonctions mécaniques du coeur", Minerva Cardioangiologica Europea, VI, 261-267, 1958; Manteuffel-Szoege L., Turski C., Grundman J., "Remarks on Energy Sources of Blood Circulation", Bull. Société Inter. Chirur., XIX, 371-374, 1960; Manteuffel-Szoege L., "Energy Sources of Blood Circulation and the Mechanical Action of Heart", Thorax, XV, 47, 1960; Manteuffel-Szoege L., "New Observations concerning the Haemodynamics of Deep Hypothermia", Journ. Cardiovas. Surg., III, 316, 1962; Manteuffel-Szoege L., "Haemodynamic Disturbances in Normo - and Hypothermia with Excluded Heart and during Acute Heart Muscle Failure", Journ. Cardiovas. Surg., IV, 551, 1963; Manteuffel-Szoege L., "On Stopping and Restarting of Circulation in Deep Hypothermia", Journ. Cardiovas. Surg., V, 76,1964; Manteuffel-Szoege L., Michalowski J., Grundman J., Pacocha W., "On the Possibilities of Blood Circulation Continuing after Stopping the Heart", Journ. Cardiovas. Surg., VII, 201,1966]
DIMOSTRANO CHE AVVIENE PROPRIO IL CONTRARIO VALE A DIRE CHE, DEVIANDO LA CIRCOLAZIONE FUORI DAL CUORE, LA CIRCOLAZIONE, ANZICHÉ DIMINUIRE, AUMENTA CONSIDEREVOLMENTE.
D'altra parte, gli embriologi sanno perfettamente che l'esistenza della circolazione sanguigna precede nel tempo quella del cuore e delle sue pulsazioni, e questa realtà dovrebbe far vergognare coloro che hanno sempre predicato le dottrine di Stato del cuore-pompa. Insomma coloro che nel terzo millennio si professano ancora credenti nel cuore-pompa dovrebbero almeno chiedersi: se il mio cuore è una pompa come fa a funzionare, se la mia circolazione sanguigna circolava già prima dell'esistenza del mio cuore?
Ma non occorre neanche riferirsi agli esperimenti citati per avvertire la realtà che il cuore non è una pompa. Basta osservare le dinamiche fisiologiche della paura e della vergogna nell'essere umano, considerando il sangue come veicolo materiale dell'immateriale io. Da questo punto di vista i sentimenti di paura e di vergogna testimoniano che è il sangue a far battere il cuore, e non il cuore a pompare sangue: se io mi spavento divento pallido perché il sangue dalla periferia va a proteggermi nel mio centro di equilibrio. Perciò divento pallido. Se invece mi vergogno, dal centro di me stesso vorrei fuggire via, oltre me stesso, fuori, nel cosmo. Qui il sangue è testimone della mia volontà centrifuga e mi fa arrossire.
Questa testimonianza però non vale per gli insegnamenti dati dalle scuole dell'obbligo di Stato: in base all'insegnamento che riceviamo dalle scuole elementari fino alle università, la rappresentazione del cuore-pompa diventa così radicata in noi che concepire il vero, appare un'assurdità.
Infatti se dici a un medico che non è il cuore che mette in movimento il sangue, ma che è invece il sangue a mettere in movimento il cuore, costui ti guarda in modo strano, ed è già pronto a farti ricoverare alla neuro... Ma il matto è lui.
L'arrivo del sangue venoso nel cuore provoca la diastole. A questo processo centrifugo di dilatazione segue una reazione neurosensoriale di contrazione di direzione centripeta, la sistole. Nella diastole il cuore cede di fronte alle forze del polo metabolico, si arrotonda e tende a perdere la propria forma; viceversa, nella sistole, le forze del polo neurosensoriale restringono il cuore ridonandogli la sua struttura.
Diastole e sistole, che si alternano normalmente nel tempo, esprimono così una polarità.
Normalmente il cuore ha 72 battiti al minuto.
Essendo il ritmo respiratorio di 18 al minuto, contiamo quattro pulsazioni per ogni respirazione.
Questo rapporto di 4 a 1 tende a crescere o a diminuire a seconda dello stato di salute dell'intero organismo.
Ecco perché questi rapporti sono ricercati sistematicamente al momento in cui si esamina un ammalato, dato che la loro modificazione è il segno di uno sforzo fatto dal cuore allo scopo di ristabilire l'equilibrio tra i poli.
Il cuore è pertanto il luogo in cui le due polarità si affrontano, si compensano e si equilibrano.
Il sistema ritmico in se stesso NON può ammalarsi, essendo per definizione armonia, dunque anche salute.
Invece, il suo strumento fisico, il cuore, può essere danneggiato se lo sforzo di compensazione che gli si chiede va oltre le sue possibilità, soprattutto quando questo sforzo è imposto in maniera permanente.
Le affezioni cardiache non sono altro che il riflesso del predominio di un polo sull'altro. E nonostante il manifestarsi di un tale predominio, il cuore si sforzerà sempre di ristabilire l'armonia, al punto che le affezioni cardiache sono secondarie rispetto a quelle degli altri organi e spesso impiegano anni per manifestarsi. Ecco perché l'osservazione delle lesioni che si creano hanno dato relativamente poche informazioni sul processo morboso, e bisognerebbe innanzitutto studiarle nel tempo, cosa che implica un'anamnesi approfondita. La conoscenza di questi processi è per il medico un incitamento sia a prevenire le affezioni cardiache che a curarle.
Da quanto precede risulta che PARAGONARE IL CUORE A UNA POMPA È SOLO UNA SUPERSTIZIONE DELLA NOSTRA CULTURA DI STATO, poggiante sull'idolatria di una scienza del meccanismo, che ha ben poco da dire di umano.
In ogni caso, anche se lo scienziato meccanicista volesse a tutti i costi stabilire un paragone del cuore con parti di una macchina, si potrebbe tutt'al più caratterizzare il cuore come un ariete idraulico.
Io preferisco sentire il mio cuore come organo del sentire interiore, esattamente come l'uomo antico, che ragionava "col cuore"...
Il cuore vive nel battito che rivela la sua caratteristica presenza tra due polarità circolatorie: quella dei capillari e quella dei vasi sanguigni.
Il battito è discreto e silenzioso se il cuore è sano, e quando lo si studia si può avere un insieme d'informazioni cliniche che vanno ben oltre la semplice frequenza del polso o del rumore che produce.
Nelle piante non vi sono vasi ma soltanto capillari, e la linfa sale molto lentamente lungo di essi raggiungendo altezze tali che hanno costretto gli scienziati a cercare diverse spiegazioni non del tutto convincenti per questo fenomeno naturale.
La linfa delle piante è spinta in alto per mezzo del corpo bioplasmatico (detto anche vitale o eterico) della pianta, collegato a sua volta con le forze di vita del cosmo.
I capillari sono passati evolutivamente dalla circolazione linfatica della pianta alla circolazione sanguigna animale, e poi a quella umana.
Nel lungo percorso evolutivo, ai capillari si sono aggiunti gradualmente i vasi sanguigni che sempre più grandi hanno richiesto la presenza di un cuore anch'esso evoluto nella scala biologica animale.
La circolazione capillare parte dal corpo bioplasmatico o vitale, dal quale sono mossi anche i vasi più piccoli; ma quando si raggiunge il diametro massimo dei vasi circolatori umani è necessaria la funzione di raccordo (perfino la parola "raccordo" proviene... dal cuore) tra la circolazione capillare e quella dei grossi vasi.
Naturalmente anche gli animali superiori hanno un cuore ed una circolazione, ed anche negli animali si ha la funzione cardiaca di raccordo, mediatore tra capillari e grossi vasi. Nel pesce addirittura troviamo un cuore non ancora quadripartito, che dal punto di vista meramente fisiologico, sembra lavorare meglio del cuore umano.
Il movimento del sangue è autonomo, ma ha bisogno del cuore quadripartito per le necessità fisiologiche e psicologiche dell'uomo.
Con una circolazione troppo lenta vivremmo come piante, mantenendo la postura eretta non potremmo muoverci, non avremmo pressione, non potremmo pertanto incarnarci nel movimento, animarci, e di conseguenza non avremmo una coscienza di veglia. Saremmo insomma come ci vorrebbe lo Stato e la chiesa della "Misericordina"! L'odierno Stato mentecattocomunista, che è ancora lo Stato etico predicato da J. Gottlieb Fichte, si comporta proprio come chi vorrebbe governare i suoi governati a questo livello di coscienza!
Il cuore invece afferra la circolazione proveniente dai capillari e come esclusiva risposta a questo evento dona, col suo battito, la forza del suo muscolo alla circolazione, sostenendola, ma NON attivandola: tant'è vero che il sangue circola spontaneamente nei limiti della gravità - come è dimostrato dagli esperimenti di Manteuffel e in generale dall'embriologia, in quanto le valvole idrodinamiche cardiache non sono altro che un adattamento del cuore al flusso sanguigno prestabilito, ed alla necessità della sua circolazione, sia la piccola che la grande.
Il sangue che si precipita nel cuore crea dei vortici che vengono indirizzati nei luoghi prestabiliti dalle valvole.
Le valvole cardiache sono ben lungi dalle valvole di una pompa. Se appartenessero ad una pompa non potrebbero affatto reggere il continuo sforzo prolungato per anni, e l'esperienza clinica mostra che, anche quando le valvole si ammalano, la circolazione del sangue non è bruscamente interrotta, mentre se si altera la valvola di una pompa, questa smette di funzionare.
La funzione delle valvole che si formano nella vita embrionaria quando il cuore comincia a battere, ha soltanto la funzione di rendere ottimale la corrente, ma non è causa dello scorrimento del sangue in una determinata direzione.
Di fronte a queste evidenze è comunque difficile pensare in modo libero, scientificamente libero fino in fondo, e per lo scienziato dozzinale se il cuore batte e ci sono le valvole, ciò significa che il sangue è mosso dal cuore, perché il cuore... è una pompa.
Secondo questo superficiale modo di ragionare, se Pinco Pallino, avendo un infarto, cadesse da un albero fracassandosi il cranio, si potrebbe dire: "È morto perché è caduto dall'albero" aggiungendo: "è talmente palese!". E non verrebbe il minimo sospetto che costui non morì cadendo dall'albero, ma che cadeva proprio perché era già morto, stroncato da un infarto.
Il cuore dunque NON è una pompa.
Il cuore potrebbe somigliare ad un ariete idraulico (similitudine fatta da Rudolf Steiner) sebbene non funzioni proprio come un ariete idraulico. Come funziona un ariete idraulico?
[Vedi in un minuto come funziona una pompa ad ariete idraulico:
è il movimento dell'acqua ad azionare la valvola, non viceversa]
S'immagini una casa situata in cima ad un monte. Ai piedi di questo monte scorre verso il basso l'acqua di una sorgente. Si vuole portare l'acqua alla casa. In questa situazione serve un ariete idraulico i cui componenti sono: un tubo che convogli l'acqua e un altro tubo che la faccia risalire. Dunque si tratta di un sistema composto da una valvola e da una membrana che grazie alla pressione dell'acqua crea una successione ritmica di pressione e di contropressione con l'ausilio di un pallone riempito a metà d'acqua che svolga la funzione di cuscinetto d'espansione.
L'aspetto interessante di questo sistema è che funziona in assenza d'energia, e che sfrutta soltanto la forza gravitazionale dell'acqua che scorre (velocità di riempimento dell'ariete).
La similitudine di Steiner col cuore consiste nel fatto che nell'ariete idraulico è l'acqua che mette tutto in movimento, così come il sangue che arriva al cuore ne stimola i movimenti di contrazione.
Concludendo si deve dire che il cuore è un muscolo, il cui compito è la contrazione.
Trattandosi di un muscolo cavo, durante la contrazione il liquido che vi è contenuto è incomprimibile e pertanto viene spinto avanti.
Dunque il cuore ha, sì, compito di propulsione, ma questa propulsione non è la causa originaria della circolazione sanguigna anche se nulla funzionerebbe senza il cuore.
Il cuore accelera il movimento originario nei capillari adattandolo alle necessità dell'organismo umano.
Già in ciò il cuore si propone come organo del centro e del ritmo, cercando un compenso e quindi un equilibrio tra la circolazione del sangue nei capillari e quella nei grossi vasi; similmente all'equilibrio posto tra la piccola e la grande circolazione.
Le valvole cardiache possono reggere così a lungo perché non fermano il sangue, ma sono perfettamente inserite nel suo flusso di scorrimento che precede la loro stessa formazione nel corso dell'embriogenesi.
Se al cuore non giungesse il sangue, presente con il suo originale e lentissimo movimento capillare, il cuore smetterebbe di battere.
La circolazione del sangue inizia alla periferia dell'organismo; è mossa dalla vita stessa (del corpo bioplasmatico o vitale) fino al cuore, che si "anima" (nel suo caratteristico movimento che la solleva dalla sua condizione simil-vegetale e la innalza al livello umano) con un battito ed una lunga pausa al cui interno scorre l'attimo fuggente del suo dialogo cosmico-terreno con l'interiore attività umana...
In ogni polarità il cuore si colloca sempre al centro, e proprio per il fatto che è il mediatore fra cosmo e Terra esso rende possibile all'attività interiore umana un collegamento più forte con questi due poli.
Se una persona si lega fortemente alle forze della Terra non vede più il cosmo, che è il mondo della luce, e cade in depressione che è un processo d'incarnazione unilaterale. i suoi occhi vedono la bellezza della natura ma il suo cuore non la percepisce, così come, se non si cerca, non si percepisce il colore fior di pesco nell'arcobaleno.
Da quanto precede, credo si possa dichiarare con ragione che il concetto di misericordia (etimologicamente proveniente da "miseria" e da "cuore") sviluppato materialisticamente come medicamento dal papa sia una castroneria piena di menzogne, dato che la sua "Misericordina" è una cretinata promotrice di rosari e orazioni per formare un nuovo tipo di uomo, che anziché pensare, ripeta Pater, Ave, Gloria, ecc., credendo di stare meglio.
Se alla "Misericordina" del papa aggiungi l'antroposofia marcia dei trasformisti dei nuovi tempi, hai un quadro perfetto di come il potere odierno ti vorrebbe: un essere umano che senza alcuna pulsione interiore vada in guerra sereno e ammazzi il nemico sentendosi cristiano in base all'articolo 2266 del catechismo della chiesa cattolica nel quale è giustificata la "guerra giusta" e perfino la pena di morte.
Ecco perché ho esordito dicendo che chi crede che una guerra possa diventare giusta chiamandola missione di pace è marcio, cioè un nominalista trasformista che crede possibile risolvere i problemi cambiando loro la forma nominale, trasformando formalmente perfino
i concetti stessi del cambiamento evolutivo credendo di semplificarne l'attuazione.
Se tale trasformismo avesse prodotto nella storia qualcosa di benefico di certo gli scribi e i farisei non sarebbero passati alla storia come razza di vipere, e Gesù non avrebbe disubbidito al sabato.
La legge del sabato è la legge del non fare nel giorno festivo perché la festa è consacrata al creatore che al settimo giorno si riposò.
Ogni legge del non fare è una legge proibitiva.
Per gli ebrei il giorno di festa è il sabato. In ebraico la parola "sabato" è data dalla radice "sciabàt", che è formata dalle tre lettere "scin", "bet" e "tav", e che significa: "cessare", "non fare alcunché", "riposare", ecc.
Una legge che impone la cessazione di un fare è contemporaneamente proibitiva e impositiva.
Infatti una legge impositiva formalmente rovesciata è proibitiva.
Le leggi proibitive e quelle impositive sono diverse solo nella forma, non nella sostanza a cui si riferiscono: il non fare in giorno di sabato o il fare la santificazione del sabato che la legge ebraica esige, sono la stessa cosa, la stessa esigenza.
Ecco perché il sabato ebraico è da un lato legge impositiva del giorno di riposo settimanale, consacrato a Yhwh (Jahve) che ha riposato nel settimo giorno della creazione (Es 20,11; Gen 2, 2-3; Es 23,12), e dall'altro lato è motivazione della rispettiva legge proibitiva "Non fare lavoro alcuno (in giorno di sabato)" (Deuteronomio 5,14).
L'istituzione del sabato, caratteristica del giudaismo (Ne 13, 15-22; I Mac 2,32-41) è però violata dal Cristo (Mt. 12,1s; Lc. 13, 10s; 14,1s).
Lo spirito legalista non è dunque del Cristo, dato che il Cristo se ne libera.
Di conseguenza l'uomo che si emancipa dal legalismo (l'uomo che evolve se stesso) può liberarsi sempre di più dalle leggi mediante epicheia, che è la politica del Cristo e che, nella filosofia della libertà di Rudolf Steiner, è l'individualismo etico.
L'idea di Pietro Archiati (liberaconoscenza.it) di un nuovo ordine mondiale che in nome della libertà è fatto di mere proibizioni anziché di imposizioni è una cretinata simile a quella del medicamento "Misericordina" proposto dal papa per il bene dell'uomo.
Un esempio: l'IMPOSIZIONE dell'imposta, poniamo del 70% (come avviene oggi) sul mio reddito, e/o la PROIBIZIONE di usufruirne più del 30% che differenza fa?
Non vi è alcuna differenza. La schiavitù rimane.
Certamente ci si può anche sentire liberi di usufruire addirittura di meno di quel 30% per donare di più alla casta dei legulei chiamata Stato, ma tale sentirsi liberi non è che masochismo schiavistico mascherato da libertà.
Ed è proprio questo che i nuovi chierici traditori, sedicenti antroposofi della sedicente società antroposofica, predicano come filosofia della libertà di Steiner.
Ma è una mascalzonata poggiante su autocastrazione. È il sentire dello schiavo che ha perso ogni fiducia in sé come individualità umana, e che perciò opta per lo Stato etico (di Fichte, Schelling ed Hegel) anziché per l'individualismo etico.
Se ci attenessimo alla falsa idea di costoro di liberare l'organismo sociale dalle costrizioni dello spirito legalista attraverso la trasformazione formale delle leggi costrittive in leggi proibitive, daremmo solo legittimità al formalismo dello stesso ipocrita spirito leguleio, condannato da Gesù, e che fu poi causa del suo assassinio legale (crocifissione).
Dunque procedendo nelle cose dell'economia, del diritto, e della cultura, come se l'etica provenisse da formalismo, continueremmo ad avere gli stessi problemi di prima: un'economia del debito, un diritto rovesciato, ed una cultura barbara.
Il formalismo, basandosi sulla mera forma va bene solo per l'informatica e per il suo linguaggio binario: la macchina, "deducendo" da una stringa di un linguaggio informatico uno scatto eseguibile, lo compie immediatamente senza alcuna mediazione intuitiva.
Applicare questo processo all'uomo è eticamente un assurdo, dato che se la motivazione dell'agire umano provenisse da neutre deduzioni, leggi, o logiche formali, genererebbe non uomini liberi, ma meccanici esecutori, uomini scattanti in stile "wehrmacht"!
Oltretutto se si accettasse ciò che dichiarano questi antroposofi fichtiani, vale a dire che lo scopo naturale del potere dovrebbe essere quello di creare controforze affinché l'uomo possa esercitare la libertà, si legittimerebbe il potere nel suo mestiere di impedire la libertà.
Accogliendo l'idea delle leggi proibitive formalmente sostitutive di quelle costrittive - in quanto, come insegnano coloro di liberaconoscenza.it, è possibile, manipolandole, trasformare tutte le leggi costrittive in leggi proibitive - si accoglierebbe solo un medaglione dell'orrido con le sue due facce: da un lato la costrizione, e dall'altro l'impedimento, la proibizione, senza cambiare alcunché!
Perché qualunque potere poté, può e sempre potrà legalizzarsi con la proibizione o la censura di qualcosa di diverso dall'imposizione precedente.
Cambiare la forma, cioè la dicitura formale da costrittiva a proibitiva, solo un pirla potrebbe pretenderlo per la propria evoluzione alla libertà.
Dunque delle due l'una: o le persone di libera conoscenza.it che ragionano come Pietro Archiati sono malati mentali molto gravi, oppure hanno in mente qualcosa di diabolico molto simile ai desideri di coloro che nel 1600 proibirono a Giordano Bruno di vivere ancora e lo bruciarono nel Campo dei fiori a Roma. Costoro erano i rappresentanti della chiesa di allora.
Oggi queste cose passano per normali perché nel mondo in cui viviamo il pensare fa paura e lo si vuole bloccare nell'umano con la "Misericordina" o col cuore-pompa o in altro modo.
Essere cristiani significa però solo una cosa: essere epicheici. Non significa essere religiosi. Perché religiosi lo si è solo se si opera epicheicamente, e non fideisticamente o secondo credenze filosofiche.
Quando mai le credenze religiose o filosofiche servirono l'uomo? Esse da sempre assorbono le coscienze umane per servirsene!
E così fanno oggi gli oratori di professione che vogliono mettere le mani nella scienza di Steiner: pur sapendo che è necessario rinnovarsi, cambiare pagina, e soprattutto cambiare secolo, cioè rispettare lo spirito del tempo in cui sono, continuano a presentarsi come conferenzieri dell'ottocento, perfino nell'abbigliamento.
Nel tempo dell'informatica si presentano ancora con lavagna e gessetti del tutto inessenziali. Posso ancora concepire che uno li usi per spiegare i geroglifici o l'ebraico, ecc., ma per spiegare la logodinamica del pensare della scienza di Steiner, a che servono?
Pur sapendo che le religioni, i filosofismi e gli ideologismi sono l'oppio dei popoli, costoro continuano imperterriti nel tentativo di imbastire nuovi moralismi, secondo loro steineriani, fatti di leggi negative secondo loro steineriane, in contrapposizione a quelle kantiane del dover essere… indebitati.
Steiner però dice tutt'altro e tutto il discorso di Steiner potrebbe essere così sintetizzato: non si tratta di continuare a creare nuove leggi che valgano per la libertà di tutti, bensì di attuare l'epicheia, cioè la vera politica di Gesù di Nazaret.
Invece costoro usano Steiner al posto dei vangeli, intesi come dietetica in luogo dell'etica individuale, che solo il singolo può attuare per se stesso (individualismo etico)... Oppure usano esegeticamente i vangeli o le scritture per spiegare la scienza di Steiner come "necessità" della libertà (contraddizione in termini)!
In tal modo questi statalisti continuano ad imbrigliare se stessi nelle pastoie di un dio che crea dal nulla, ad immagine bassamente umana, e frutto della loro mente tormentata, non serena ma apodittica...
Se in riferimento al trasformismo da loro predicato delle leggi del "fare" in proibizioni, cioè in leggi del "non fare", qualcuno dice loro: "Oggi la guerra è chiamata missione umanitaria ma questo è solo trasformismo concettuale", essi prontamente rispondono: "Questo è il tuo parere, noi abbiamo un altro parere".
E con ciò continuano a spacciare la scienza di Steiner per l'aberrazione leguleia di cambiare la forma delle leggi per legittimarle.
Costoro sono gli ipocriti che Gesù chiamava "razza di vipere".
Questo è il mio parere.
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Note
(1) Ivo Bertaina sottolinea altresì, a questo proposito, come ci sia ben poco spirito nel petrolio, e che recitare orazioni tenendo in mano la sostanza di Arimane "è molto difficile. Allo stesso modo, coltivare la terra col metallo di Marte, dio della guerra, è molto poco amorevole, e già nel 1950 Victor Schauberger aveva visto che usando leghe di rame (metallo di Venere, legato all’amore) l’humus nel terreno aumenta da sé. Oggi spesso non guardiano a cosa prendiamo in mano ed a cosa usiamo per nutrirci e a come questo venga prodotto. Da quando l’uomo ha smesso di guardare al cielo si è messo nelle mani, poco amorevoli, di altri esseri".